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Liberi tutti

Regia di Luca Rea vedi scheda film

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La recensione su Liberi tutti

di mm40
6 stelle

Excursus nella seconda metà degli anni Settanta fra i pionieri della televisione privata italiana, con le parole degli stessi protagonisti di quell'epoca.

 

Pippo Baudo, Claudio Lippi, Maurizio Seymandi, Maurizio Costanzo, Mario Ciancio Sanfilippo (fondatore di Antenna Sicilia), Jocelyn e tanti altri: Luca Rea ha raccolto le preziose testimonianze di numerosi protagonisti dell'incredibile era delle primissime tv private italiane, mettendo insieme questo Liberi tutti, documentario su quell'epoca in fin dei conti ancora vicinissima, ma che allo stesso modo sembra a dir poco preistoria, dal punto di vista culturale. Se i costumi si sono evoluti (non necessariamente in meglio, sia chiaro) e se la maniera di fare televisione è radicalmente cambiata nei seguenti 3-4 decenni, quel che pare non essere mai cambiato sono certi volti che comparivano ieri come oggi: Barbara D'Urso, Magalli, gli stessi Costanzo e Baudo, naturalmente anche Silvio Berlusconi, sulla cui 'discesa in campo' (la nascita di Canale 5) il film si interrompe. Giustamente, perchè a quel punto il dilettantismo e i metodi fieramente caserecci con cui venivano prodotte le trasmissioni delle origini passano nel dimenticatoio, travolti dal colossale progetto del Cavaliere lombardo, l'unico in grado a tutti gli effetti di competere alla pari con la Rai. Rea, classe 1971, ha anagraficamente il pregio di aver vissuto gli anni che qui racconta come bambino, insomma come periodo fortemente formativo; cresciuto, ammette lui stesso nel documentario, è diventato un accanito collezionista di reperti video relativi alla tv privata dei primordi e può qui sfoderare alcuni filmati davvero impressionanti, in qualsiasi declinazione si voglia intendere l'aggettivo. Ottimo il taglio sociologico conferito alla narrazione. Peccato che la durata del lavoro si attesti soltanto a un'ora: ci sarebbe stato sicuramente molto, moltissimo altro da dire. 6/10.

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