Regia di Jason Zada vedi scheda film
La trama è troppa densa di elementi eterogenei: la paranoia ereditaria, le ombre del passato, la foresta come strumento di controllo emotivo. L’intenzione di collegare un conflitto interiore con la morfologia del cinema horror non sempre riesce a germogliare, ma la regia di Zada trova carattere nella rappresentazione degli scenari- che sono affascinanti e intensamente dark- e assembla il tutto con il giusto repertorio figurativo. Brava Natalie Dormer.
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