Regia di Anthony Wonke vedi scheda film
Per tre volte (2008, 2013, 2014) è stato il calciatore più forte del mondo. Ha lasciato la famiglia a 11 anni, facendosi le ossa nello Sporting Lisbona per poi passare al Manchester United, vincere tutto il vincibile e approdare a una delle squadre più blasonate del pianeta, il Real Madrid. Lui si chiama Cristiano Ronaldo, è un marcantonio vanitoso e pieno di sé, vive con un figlio la cui maternità è avvolta dal mistero (un caso di genitorialità per procura?) in una reggia che è una gabbia dorata a tutti gli effetti. Intorno a lui pochissimi amici fidati, l'onnipresente procuratore Jorge Mendes, la madre e il fratello maggiore, ex alcolista alla stregua di un padre perso precocemente. Dai creatori di due biopic di successo - Senna e Amy - ecco arrivare il secondo documentario del 2015 dedicato all'attaccante portoghese (l'altro è Ronaldo: il mondo ai suoi piedi): un film che, sacrificando in larga parte le gesta pedatorie della punta madrilista, si affida moltissimo al disvelamento della vita privata del calciatore, mettendone a nudo la solitudine, mostrando le folle che impazziscono per un suo autografo e intarsiando l'opera con un riferimento all'ossessione costante del protagonista: Lionel Messi.
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