Regia di Anthony Wonke vedi scheda film
Cristiano Ronaldo è il calciatore più forte del mondo. Lui ne è convinto, il suo entourage glielo ripete di continuo, la rivalità a distanza con Lionel Messi dà fuoco ulteriore alla competizione. Nel frattempo, Cristiano Ronaldo si allena molto, gioca, segna, vince, perde; si fa acquistare dal Real Madrid per una cifra spropositata e accogliere in un Santiago Bernabeu gremito di fan; cerca di trascinare il Portogallo ai mondiali di Brasile 2014, prende una sonora batosta, torna a casa con l’ego ammaccato. Rimonta giocando una stagione incredibile, che culmina nel trionfo in Champions League e nell’assegnazione del terzo Pallone d’oro. Cristiano Ronaldo, «lo sportivo con più follower su Twitter», non parla molto, e quando lo fa dice cose che non t’immagineresti mai in bocca a qualcuno: «Vincere con la squadra è bello, ma io voglio vincere da solo», «il mio agente è il Cristiano Ronaldo degli agenti», «figlio mio, puoi fare qualsiasi cosa nella vita, ma non il portiere», «ci servirebbero tre o quattro Cristiano Ronaldo, ma ci sono solo io». Le mdp coordinate da Anthony Wonke lo pedinano per oltre un anno, con la sua piena collaborazione e in ottica inevitabilmente celebrativa; inquadrandolo tra le geometrie trasparenti della sua villa madrilena, dentro gli spiragli aperti tra ali di folla, fotografano, chissà quanto consapevolmente, l’ovvia verità che in cima al mondo ci si sta sempre da soli. Cristiano Ronaldo, naturalmente, non sembra crucciarsene.
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