Regia di Anthony Wonke vedi scheda film
2014-2015: il ventinovesimo anno di età di Cristiano Ronaldo, uno fra i giocatori di calcio più famosi, strapagati, idolatrati e forti di sempre.
Operazione doverosa: proporre un film analogo a Messi (Alex De La Iglesia, 2014) e possibilmente realizzarlo meglio. Operazione riuscita: Ronaldo - non una grande fantasia nella scelta del titolo, si converrà - suona fasullo 'quanto basta', il minimo necessario per un lavoro di tale stampo, ma riesce comunque a raccontare in modo convincente ed efficace qualche cosa di più delle solite chiacchiere e leggende attorno al campione lusitano. La partecipazione in prima persona del solitamente superriservato Ronaldo ha fatto di certo la differenza: il film entra perfino nell'ambiente domestico dello sportivo e lo ritrae nei (si presumono rari) momenti di privacy insieme al figlioletto, peraltro chiamato Cristiano a sua volta, tanto per semplificargli la vita. In prima linea compaiono poi il procuratore del calciatore e i parenti stretti, cosa effettivamente non da poco specie nelle riprese del battesimo del figlio del fratello di Ronaldo, a cui quest'ultimo ha fatto da padrino: un altro momento intimo nel quale, pure, Anthony Wonke è riuscito a intrufolarsi con la debita discrezione. Il 2014 e l'inizio del 2015 del giocatore sono stati impressionanti da ogni punto di vista, ma questa è la prassi per un atleta abituato a vivere sotto i riflettori, accerchiato dai fans più insistenti e al quale viene richiesto, ogni volta che scende in campo, di dare il 101%: fra il secondo Pallone d'oro e il terzo, arrivato poco prima del trentesimo compleanno di Ronaldo, sono intercorsi la vittoria della Champions League con il suo Real Madrid, la cocente eliminazione al primo turno dai Mondiali brasiliani, la nascita di un secondo figlio (da madre ignota) e perfino un evento doloroso e imprevedibile quale la morte del padre del calciatore. In tutto questo scorrere fragoroso e caotico di eventi significativi, rimane una sola costante: la rivalità con l'argentino Messi, citato di rado nel film, ma idealmente l'unico chiodo fisso di Ronaldo, in quanto l'unico al mondo che sia stato capace di rimanere alla sua altezza e di tanto in tanto di surclassarlo in questi ultimi anni. Per quanto il film non possa essere 'vero' più di tanto, Wonke con molta onestà non fa nulla nè per fare sembrare che il suo protagonista viva meno blindato di quanto nella realtà accada, nè per farlo comparire più simpatico: anzi, spesso la prigione dorata in cui Ronaldo è rinchiuso suscita una certa malinconia. 4,5/10.
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