Regia di Alex Infascelli vedi scheda film
Stanley Kubrick raccontato da una persona che lo ha conosciuto a fondo e da vicino: Emilio D’Alessandro, autista e tuttofare del regista, al suo fianco per quasi 30 anni.
La storia sembra più consona a un mockumentary, che a un reale documentario come questo S for Stanley in effetti è: un giovane italiano, persona semplice e umile, cerca fortuna in Inghilterra come pilota – arrivando persino a sfiorare la Formula 1 – e conosce casualmente Stanley Kubrick, trasportando con il suo taxi il leggendario fallo monumentale di Arancia meccanica da un set all’altro, peraltro non senza provare una certa vergogna. Kubrick prende in simpatia l’uomo e lo assume come suo autista privato, per stringere sempre di più il rapporto con lui, facendolo diventare con il passare degli anni (ne trascorreranno quasi 30 a strettissimo contatto!) il suo assistente particolare. La normalità, la banalità con cui D’Alessandro, che essendosi trasferito nel Regno Unito da ragazzino ha quasi del tutto perso il suo italiano e quindi si esprime in inglese, racconta episodi della vita privata e pubblica di uno dei grandi Maestri del cinema è sbalorditiva; tra gli aneddoti colpiscono l’antipatia spiccata nei confronti di Jack Nicholson, la telefonata a Federico Fellini e quelli sui tanti, tantissimi animali che Kubrick continuamente adottava. L’idea di partenza proviene dal libro Stanley Kubrick e me, dello stesso D’Alessandro con Filippo Ulivieri; di quest’ultimo, del regista e di Vincenzo Scuccimarra la sceneggiatura. Quasi ottanta minuti di durata. 6,5/10.
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