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Watatu

Regia di Nick Reding vedi scheda film

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La recensione su Watatu

di port cros
7 stelle

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2015

 

Interessante questo film, metà fiction metà documentario, proveniente dal Kenya, presentato nella sezione “ della festa del Cinema di Roma 2015.

La prima parte, racconta la storia di due famiglie residenti a Mombasa, una musulmana di origine locale, un'altra cristiana proveniente dalla capitale Nairobi. I due mariti, Salim (venditore ambulante musulmano) e Jack (cristiano e poliziotto), sono amici di lunga data che, dopo non essersi visti per anni, scoprono di essere vicini di casa in seguito al trasferimento di Jack. La riunione degli amici e delle rispettive famiglie non è però tutta rosa e fiori, per la baruffa che subito scoppia tra le due orgogliose matriarche, che in una spassosissima scena si rinfacciano i torti delle rispettive comunità a suon di stereotipi ( “forestieri più ricchi ed istruiti che vengono a rubarci le opportunità” contro “locali pigri e nullafacenti”). La convivenza tra le comunità di Mombasa è infatti resa difficile da odi e risentimenti sociali e religiosi, esasperati dalla mancanza di opportunità lavorative per i giovani del luogo. I risentimenti virano verso la violenza quando un giovane nipote di Salim aderisce ad una organizzazione radicale islamica dedita al terrorismo, portando conseguenze tragiche per le due famiglie e la comunità nel suo complesso.

A metà del suo percorso il film si tramuta in documentario: vediamo il cast raggiungere un villaggio rurale del Kenya e rappresentare la sceneggiatura del film come un'opera teatrale, davanti alla comunità locale riunita, per poi chiedere loro cosa avrebbero cambiato della storia per condurla verso un finale diverso, in cui la speranza prevalesse sull'odio. I locali non si tirano indietro e non risparmiano suggerimenti, sulla base dei quali vengono rigirate le scene chiave del film, mostrandoci cosa sarebbe accaduto se i protagonisti avessero fatto scelte diverse.

 

Il film, realizzato da S.A.F.E. (Sponsored Arts for Education) una ong anglo-kenyota che da anni lavora nelle comunità locali per affrontare le problematiche sociali attraverso il teatro, l'arte e la cultura, riesce ad unire felicemente l'intrattenimento e l'impegno civile, offrendo ci una visone “africana” sui problemi dell'Africa e un suggerimento su come le comunità possono trovare in se stesse le forze e le risorse per affrontare e risolvere le tensioni che rischiano di lacerarle irreparabilmente.

 

Watatu è un esempio di un cinema africano vitale e originale, una cinematografia ancora in gran parte ignota al pubblico occidentale, che purtroppo anche in questo caso ben difficilmente troverà una distribuzione al di fuori del circuito dei festival.

 

 

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