Regia di Claude Berri vedi scheda film
Quindici anni dopo l’ineguagliabile “Lolita” di Stanley Kubrick, Claude Berri offre una lettura meno drammatica ma tutt’altro che superficiale dello sfruttatissimo tema “ragazza giovanissima seduce un uomo di mezz’età”. Qui siamo nella disincantata e vacanziera Costa Azzurra degli anni ’70. Un contesto ideale per un’avventura erotico-amorosa nel decennio più trasgressivo dello scorso secolo a pari merito con gli anni ’20. Il quarantaquattrenne Pierre, interpretato dal poliedrico e talentuoso Jean-Pierre Marielle, si lascia sedurre, ma non perde completamente la testa come solitamente accade in queste ciscostanze. Anzi, tiene coraggiosamente in mano le redini della situazione, cosa tutt’altro che facile di fronte alla bellezza e sensualità della sua giovane amante. Il film, pur ricco di scene altamente ed elegantemente erotiche, si concentra soprattuto sulle dinamiche relazionali che si scatenano tra i vari personaggi. Niente piatti rotti né stracci che volano, ma uno studio originale dei divari generazionali, dei mutamenti di mentalità in corso nella società di quegli anni. Anche se schiacciati dalla bravura e naturalezza di Jean-Pierre Marielle, i tre attori che lo affiancano sono comunque all’altezza dei rispettivi ruoli, in particolare Victor Lanoux, nel ruolo del tormentato padre di Françoise, in via di divorzio dalla moglie e completamente spiazzato dalle contraddittorie emozioni che prova nei confronti della figlia quando ne scopre e comprende la vita sentimentale. Ad interpretare il personaggio di Françoise Claude Berri chiama l’esordiente Agnès Soral, scelta indovinata che il regista reiterà sei anni dopo con “Tchao Pantin”, altro suo film sconosciuto in Italia e impreziosito dalla presenza del grande Coluche.
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