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The Circle

Regia di James Ponsoldt vedi scheda film

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La recensione su The Circle

di gaiart
7 stelle

“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”. Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913 Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O fareste gli interessi di qualcuno nel farvi spiare?

THE CIRCLE

 

 

 

“Un uomo che dorme tiene intorno a sé, in cerchio, il filo delle ore, gli ordini degli anni e dei mondi”.

Marcel Proust, Dalla parte di Swann, 1913

 

 

“Siamo impegnati in un gioco in cui non possiamo vincere. Alcuni fallimenti sono migliori di altri, questo è tutto”. George Orwell, 1984

 

Cosa fareste se aveste una telecamera puntata addosso 24 ore al giorno? Manicomio? Crisi di nervi? Ego gratificato? O accettereste di fare gli interessi di qualcuno nell’essere spiati?

Il quesito posto già da Eric Arthur Blair, alias George Orwell, in tempi non sospetti, poi rivisto vent’anni fa nell’originalissimo film di Peter Weir, Truman show, raggiunge qui il suo acme, anche tecnologico, prima nel romanzo The circle di Dave Eggers e poi nell’omonimo film diretto da James Ponsoldt, interpretato da un ottimo Tom Hanks e da una inespressiva e un po’ ibernata Emma Watson.

La storia è quella di Mae Holland, giovane e sveglia ragazzina, assunta in una multinazionale cibernetica, che si presta, per diventare ancora più celebre, ad avere addosso una telecamera perenne, causando così oltre a milioni di followers, anche insalubri violazioni di privacy ai genitori, danni al migliore amico, etc.

L’attività del Cerchio, l’azienda dai fatturati milionari che l’ha assunta, si basa sulla gestione totale del rapporto degli utenti con la rete, tramite un social network dal nome TruYou, il quale racchiude tutti i profili di ciascun utente, dalle tasse al voto, dalla patente alle carte di credito e conti bancari in un unico file.

 

A questo punto viene utile citare grandi studiosi del sociale; così come intelligentemente disse Umberto Eco, Orwell ha intuito che nel futuro-presente di cui egli parla si dispiega il potere dei grandi sistemi sovranazionali, e che la logica del potere non è più, come al tempo di Napoleone, la logica di un uomo. Il Grande Fratello serve, perché bisogna pur avere un oggetto d'amore. Basta che sia un'immagine televisiva.

Anche qui, partendo dallo stesso assunto, la commistione citata da Orwell di sovra poteri, politica, spionaggio, sistemi tecnologici, aziende e social media, viene messa al centro delle tematiche del film che risulta interessante per aumentare la consapevolezza di ciascuno su quanto siamo controllati oggi e sull’andamento futuro dei media.

 

Unico neo in un assetto che ha un ritmo buono, ha suspense, ha idee e copre un’attualità inquietante e proiettata verso il futuro è l’interpretazione un po’ scialba della Watson, (e forse della sceneggiatura), ben arginata però dal bravo e barbuto Hanks che, come citazione all’inventore di Apple: Steve Jobs ci monitora su come siamo sempre più pilotati, ahimè spesso senza nemmeno accorgercene.

 

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