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Vacanze ai Caraibi

Regia di Neri Parenti vedi scheda film

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La recensione su Vacanze ai Caraibi

di maghella
1 stelle

I tre episodi che si alternano nei 100 (un'eternità) minuti di “Vacanze ai Caraibi” sono il pretesto per confezionare questo ennesimo cinepanettone targato Neri Parenti. Christian De Sica e Massimo Ghini sono i protagonisti di quello principale in cui il primo è il padre squattrinato e sull'orlo del fallimento che pensa di dare in sposa la figlia sfigata al secondo...che ovviamente è più squattrinato e soltanto in cerca di una buona dote con la quale sistemarsi. Angela Finocchiaro è la moglie di De Sica affranta per la perdita del loro cane Otto, nome sul quale si gioca una buona parte di battute. Questo per dire quale sia il livello di umorismo presente in questo film. Luca Argentero e Ilaria Spada sono vittime di un'insana attrazione sessuale che li spinge ad accoppiarsi nelle maniere più insolite nonostante i due abbiano caratteri e abitudini completamente opposti. Argentero tutto precisino e garbato mentre la Spada sboccata e tamarra. Dario Bandiera è il protagonista solitario dell'episodio dedicato alle dipendenze dalle tecnologie. Completamente in balia di cellulari e applicazioni annesse, dovrà dare sfogo a tutte le sue abilità immaginative per sopravvivere ad una disavventura su un'isoletta sperduta nell'oceano.

Purtroppo ogni sforzo, se sforzo c'è mai stato, pare vano per far arrivare ad un minimo di sufficienza questo gran pasticcio di film. Ben presto il buon De Sica e il buonino Ghini dovranno giocarsi il jolly delle “curregge” e dei “piedi puzzolenti” per strappare quale risata al pubblico dodicenne in sala. Doppi sensi pecorecci e scontati che nemmeno il caro Bombolo usava più allungano il brodo soprattutto nell'episodio con De Sica e Ghini, che sono quelli che dovrebbero reggere il peso maggiore di questo sconclusionato film, ma tutto appare davvero al limite del cattivo gusto e la noia mi assale dopo i primi 20 minuti, tanto che (cosa che non faccio mai) chiedo aiuto via whatsapp ad un mio amico per sopravvivere a questa tortura e chiedere se era possibile dare ¼ di palluccia al film. Scopro che il vero divertimento a queste proiezioni è vedere chi mi sta accanto: la coppia di anziani che non ridono, il gruppetto di ragazzini che si spanciano dalle risate, la coppietta che si tiene per mano sfoggiando i loro regali di Natale appena ricevuti, i genitori che accompagnano i figli con i loro amici e che chattano serenamente sui loro cellulari. Intanto alzo gli occhi e vedo sullo schermo il faccione di De Sica che ancora si ostina a fare le sue smorfie sempre le stesse in tanti anni...e allora mi accorgo che mi fa tenerezza. Alla sua età deve ancora far finta che gli sia rimasto il pisello incastrato in una bottiglia di plastica...così...tanto per strappare una risata a qualche bimbetto, senza che questa scena abbia un vero senso nel contesto di questa storia. Inizio ad avere un certo trasporto per questo signore, una certa simpatia che esula irrimediabilmente dalla roba che sto vedendo, scollato completamente dalla serie di sketch nemmeno più volgari quanto ridicole e imbarazzanti. Vedo De Sica come in una seduta di psicodramma: costretto a fare un lavoro nel quale è rimasto imprigionato. Mi scrollo...la visione è quasi al termine, siamo al carosello finale in cui gli orgasmi da barzelletta di Argentero e della Spada sono stati ingessati, l'imitatore televisivo ha fatto tutti i suoi rumori possibili (e sempre i soliti ovviamente) e le scuregge e le puzze ai piedi sono al loro culmine, le caccole al naso e le cacche fumanti se le giocheranno nel film dell'anno venturo. Anche questo Natale è passato.

 

Note personali.

Vedo il cinepanettone il giorno di Natale per un fioretto che feci 4 anni fa in favore della mia gattina, devo dire che fino ad ora la “magia ha dato i suoi frutti”. Non voglio fare quella disfattista e quindi dirò che ci sono state delle note positive riguardo al film. Intanto non c'era la Cortellesi che mi sta profondamente antipatica, ma la Finocchiaro che personalmente apprezzo. Ho riscoperto un aspetto di De Sica involontariamente triste che mi ha quasi intenerito. Ecco più di questo davvero non saprei che dire.

 

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