Regia di Robert Siodmak vedi scheda film
E' un grande noir, dalla trama molto complessa ma perfettamente condotta. E' così complicata che io la prima volta che lo vidi neanche la capii tutta. Il modello narrativo è quello dei flashback, che qui sono comunque gesiti in modo originale, essendo di diverse persone e in ordine non cronologico. E poi, il film inizia con la morte del protagonista, più che mai rassegnato ad un destino ineluttabile.
Il clima e i personaggi sono quelli tipici del noir, come pure la fotografia scura e ricca di ombre. Il centro motore della trama, a ben guardare, è la pupa del gagster, interpretata da una bellissima Ava Gardner. E'proprio la donna della perdizione, della quale il protagonista (un bravo Burt Lancaster) resta come ipnotizzato e per la quale commette un errore dopo l'altro. Uno di questi e respingere la brava ragazza che gli sta dietro. Si innamora di una femmina spregiudicata e senza scrupoli, avida di denaro e calcolatrice. Per sua stessa ammissione, è "veleno per se stessa e per gli altri"; una lady che più dark non si può. Il punto di partenza della rovina del protagonista è forse la sua sconfitta come pugile, dopo la quale non ne vuole sapere di lavorare in modo onesto e guadagnare quel tanto che basta per sbarcare il lunario. Bisogna trovare un modo per avere molto denaro, non importa come e, quando si presenta la donna della perdizione, bisogna ottenerla con ogni mezzo. Non si accorge neppure che ha il cuore gelido e lo tratta in modo sprezzante, servendosi di lui. Ci sono altri personaggi che colpiscono, come lo spietato Doom Doom, un piccoletto senza scrupoli e disposto a tutto. Tutti vengono travolti dalla rovina, perché tutti se la sono meritata. Il finale è soprendentemente quasi umoristico, ma non stona.
Siodmak dirige con mano molto ferma, e muove la macchina da presa con grande precisione. La trama e la recitazione non fanno una grinza. Non il noir che amo di più, ma devo ammettere che è un film perfetto.
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