Regia di Gianluca Maria Tavarelli vedi scheda film
Premetto che la serie del 2012 de Il giovane Montalbano è una delle migliori fiction prodotte dalla Rai dai tempi d’oro degli anni ’70, con eleganza, raffinatezza, delicatezza, rispetto, cura, buoni dialoghi, ecc., sia per i personaggi, che per il casting, per lo svolgimento mai concitato ma sempre accurato. La seconda serie in onda quest’anno non pare smentire questo giudizio positivo, anche se questo singolo episodio non è dei migliori. Rispetto agli altri episodi più incentrati sull’investigazione e sul personaggio del giovane ma volitivo commissario, che sa farsi rispettare e coordinare la sua squadra, questo lascia troppo spazio agli aspetti da telenovelas: il rapporto tra lui e la fidanzata genovese Livia con cui dovrebbe convolare a nozze, e la simpatica figura dell’amico vicecommissario Mimì sciupafemmine permaloso che ruba frequentemente la scena al protagonista. La trama è abbastanza ben orchestrata ed articolata, con alcuni inserti interessanti su come agiscono le organizzazioni mafiose locali negli arbitraggi e di come le azioni delittuose individuali, dovuti a secolari e sempre rinnovati moventi, si intersechino con quelle mafiose, confondendo e complicando le indagini degli inquirenti, rendendo la trama non proprio scontata e prevedibile. E’ un prodotto per la tv che garantisce un paio d’ore di sobrio intrattenimento, di buona qualità, per tutta la famiglia
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