Regia di William Friedkin vedi scheda film
Esiste un prima e un dopo nella carriera di Friedkin. William,il ragazzaccio di Chicago esordisce come regista televisivo. Gira alcuni telefilm per la serie "Hitchkock presenta" per poi compiere il salto sul grande schermo. Dapprima gira film di scarso successo,nel 1970 è l'anno della svolta con il "Braccio violento della legge", film sulla polizia di New York alle prese con trafficanti di droga. Film crudo e nervoso, un realismo da strada che gli frutta l'Oscar per la regia.Il 1973 è l'anno dell"Esorcista",opera sulla possessione demoniaca ai danni di una dodicenne.Un horror innovativo,spaventoso e ardito, indagante sulle perplessita' dell'animo umano.Il senso di colpa, l'abbandono,la cristianita',un innesto rinnovativo nel virgulto dell'horror. "L'Esorcista" è un successo mondiale che proietta Friedkin nello spazio della "new hollywood" che conta.Idolatrato,considerato geniale per lo stile nervoso e reale alla Cassavetes o Clouzot.Ed è proprio da Clouzot che parte la "fase bis" della carriera di Friedkin.Il 1977 è l'anno del "Salario della paura",remake del film francese "Vite vendute" del 1952.Un passo falso per Friedkin,che da quel momento inanella una serie d'insuccessi clamorosi,accantonando un autore enorme per il pragmatismo crudo e diretto."Cruising" fa parte della "Fase bis" di Friedkin.Un film dal respiro metropolitano,dal tocco torbido e ambiguo. Protagonista è Steve Burns, un Al Pacino nei panni di un poliziotto new-yorkese,infiltratosi nel sottobosco omosessuale.La causa dell'infiltrazione di Burns avviene per una serie di omicidi ai danni di omosessuali.
Per Burns l'immersione nella "fauna diversa" della citta' rappresenta una discesa nel lato oscuro di sè e del mondo circostante.Burns fara' i conti con se stesso,mettendone in discussione orientamento sessuale e vita privata.Sullo sfondo una grande "mela marcia",la New York dei bassifondi lurida e perversa,dove anche la legge si avvinghia nelle trame torbide."Cruising" è un film disturbante, a tratti pesantemente ambiguo.La trama offre chiavi di lettura controverse,da un lato vi è l'uomo in crisi,alle prese col mondo oscuro,sconosciuto a lui, uomo con delle certezze umane messe a dura prova.Dall'altro lato vi è l'istituzione della polizia, razzista e dura, dove gli omosessuali sono rappresentati come perversi e violenti.Una regia dalle ombre faziose, in pieno stile "Friedkin" dura e senza sconti. "Cruising" ha l'anima "maledetta" e scomoda,dal respiro "politicamente scorretto",un ritratto dell'era preAIDS di un mondo sommerso,dove esistono "solo" crimini,sesso violento, e ambiguita' morale.Rispetto ai precedenti lavori Friedkin scende un gradino sotto, tecnicamente il film è buono, ma la scrittura è debole.Nonostante i toni forti e l'impatto violento,la storia è scontata,rimane in superficie.Non vi è il tocco fibrillinico e adrenalinico del "Braccio violento",men che meno l'indagare sull'animo del protagonista,come nello splendido "Esorcista".Al Pacino è meno incisivo del solito,la figura di Burns è appena sfumata,non è profonda come il Jason Miller dell"Esorcista".Da un opera scomoda come questa (e da Friedkin) mi sarei aspettato di piu',"Cruising" è annoverabile nei film "da vedere" di diritto,per il contenuto scomodo e "proibito", rimane un film buono nella costruzione registica,ma privo di impatto emozionale.Friedkin si preocuppa esclusivamente della figurazione iperbolica e contrastante dei locali gay,di certo una visione caricata,per donare un tocco "spettacolare" ad un mondo che allora (nel 1980) era per una fetta di benpensanti peccaminoso e scomodo. Visto oggi assume significati provocatori,politicamente scorretti."Cruising" è sicuramente penalizzato dai tagli censori attuati all'epoca.Forse completo assumerebbe simbologie piu' complicate e controverse.Certamente non è il "miglior" Friedkin,o il "miglior" Pacino, seppur è opera godibile a tratti, dai toni maniacali e torbidi,tesi a respingere e scandalizzare.L'intenzione originaria era forse nell'indagare l'ambivalenza dell'animo umano,i suoi lati nascosti che emergono in incidenze particolari.La figura di Burns è emblematica a tal proposito,ma non "sfonda" rimane piatta e non coinvolge."Cruising" riesce a meta' per colpa d'intenti troppo torbidi e "scandalosi" che accantonano le dinamiche umane, temi delicati come i tormenti di Pacino andavano approfonditi. Friedkin ha preferito le dinamiche "scomode" riuscendo a respingere piu' che coinvolgere.....
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