Regia di John Landis vedi scheda film
Due spie, o presunte tali, alle prese con una missione suicida per salvare il mondo, in una commedia degli equivoci dove l’unica certezza è la fine del mondo… o forse no?
Dopo averci deliziato con The Blues Brothers e mostrato come il bianco e nero de Una poltrona per due stiano al genere umano come la cioccolata ed il biscotto ai Ringo, il prolifico regista John Landis torna nuovamente a proporci un duo di piu’ o meno spie, assoldate dalla mitica CIA per fronteggiare un potenziale attacco nucleare russo.
In realtà Emmett Fitz-Hume (al secolo Chevy Chase) e Dan Aykroyd nella parte di Austin Millbarge, non sono altro che delle spie-esca, parafulmini alle vere spie statunitensi, addestrate quest’ultime davvero con tutti i crismi, in quanto fin dalla loro presentazione si intuisce che, o la CIA abbia deciso di propria volontà di autosabotarsi oppure effettivamente gli eccessi delle festività natalizie abbiano mietuto piu’ sinapsi del solito… e l’attacco nucleare non è proprio tale… ma di certo non saremo noi, qui ed ora, a sciogliere questo ennesimo dubbio!
Emmett Fitz-Hume è un piacione di primo livello, il classico soggetto che vive per sottrazione e non stupisce difatti che i suoi slanci di intelligentia siano votati unicamente alla conquista della bellona (decisamente) di turno. Dan Aykroyd, invece, è un geek, il genio confinato in un sottoscala, che incarna il Sogno Americano da un punto di vista diametralmente opposto dalla canonica corsa all’oro: puro, insindacabile, senso del dovere e totale devozione alla Bandiera.
Il film cavalca con ritmo serrato tutte le fasi di iniziazione della spia perfetta, dai test di ammissione (indescrivibili…), ai test socio-psico-fisico/attitudinali, con un filtro sulla pellicola che aggiunge comicità ad ogni scena. L’intento da parte di Landis è palese: sbeffeggiare i protocolli dell’Agenzia USA che al pari dei programmi NASA / Roscosmos, sono un inutile sperpero di denaro, di risorse e di formalità, per una guerra fredda mantenuta a temperature polari solo per giustificare spese militari e “poltrone” (ogni mondo, dopotutto, è paese).
Il finale è scontato ma prima di toccare il 102 minuto di proiezione sono cosi’ tante le location visitate, i siparietti tirati su “alla bisogna”, le gag al limite del mal di pancia e le trovate, spumeggianti, di attori, ottimi, e regista, in gran spolvero, che i pop-corn vanno giu uno dopo come le perline di un rosario e si resta incollati alla poltrona (e anche a corto di pop-corn) per non perdere un fotogramma! Se alla prima visione, consigliamo di aguzzare la vista perche’ nel film ci sono apparizioni-cameo di personaggi ben noti nel firmamento hollywoodiano: Sam Raimi, sì, il regista di Spider-man, Terry Gilliam (Monty Python ma anche La leggenda del re pescatore), Joel Coen (uno dei fratelli Coen) ed altri su cui preferiamo mantenere il massimo riserbo (la CIA, dopotutto, lavora in Top Secret).
La colonna sonora è affidata nuovamente ad Elmer Bernstein che pur non toccando le vette raggiunte in The Blues Brothers, si conferma una certezza e le sue note sono il riempimento ideale ai rari momenti in cui la risata non sovrasta le voci degli attori. Nonostante la bontà dell’opera le critiche non sono mancate perché a molti è sembrata un’opera mediocre e leggerotta, ma il sarcasmo e l’ilarità nascondo tutti i vizi, i pregiudizi, le “fisse” della società contemporanea, che guarda alla Luna in cerca di gloria, dimenticando che le stelle piu luminose sono quelle a noi vicine, i nostri cari.
Il film per Natale e Capodanno, ma adatto ad ogni stagione dell’anno…
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