Regia di Roman Polanski vedi scheda film
Nella sua semplicità vagamente mainstream e nel suo eccessivo citazionismo, un film avvincente, godibile, ben diretto e interpretato, in cui la suspense viene accresciuta da Polanski in maniera graduale e con sorprendente sagacia, come solo i maestri del cinema sanno fare. Voto 7,5
Reduce dell’insuccesso di Pirati (1986), Roman Polanski torna due anni dopo con questo thriller serrato e coinvolgente. Come protagonista abbiamo niente di meno che un convincente Harrison Ford, perfettamente a suo agio in una vicenda di ispirazione puramente hithcockiana per come viene inscenato il profondo senso di smarrimento di un uomo comune di fronte a un ambiente a lui estraneo (Parigi), prima privato del suo unico punto di riferimento (la moglie), poi invischiato nelle macchinazioni di un complotto politico che non può controllare. Con alcune gustose citazioni dei più grandi classici di Hithcock (Vertigo, L’uomo che sapeva troppo, Intrigo Internazionale), l’autore polacco ne riesuma gli stilemi grazie all’eleganza della fotografia e al senso di ambiguità che pervade le ambientazioni, ma conferisce alla pellicola una struttura narrativa piuttosto convenzionale ed eccessivamente debitrice nei confronti del Maestro del Brivido. Ciononostante, Frantic è, nella sua semplicità vagamente mainstream, un film avvincente, godibile, diretto e interpretato con grande mestiere, in cui la suspense viene accresciuta da Polanski in maniera graduale e con sorprendente sagacia, come solo i maestri del cinema sanno fare. Tra gli altri interpreti, risulta interessante e misteriosa Emmanuelle Seigner, mentre ho trovato completamente fuori luogo la moglie del protagonista.
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