Agli inizi del 1936, a Porretta Terme, sull'Appennino emiliano. Più di venti persone si radunano per il fidanzamento fra Silvia, figlia di piccoli possidenti terrieri, e Angelo, un borghese di Bologna. Sarà un pranzo pantagruelico, secondo tradizione, ma anche l'occasione di impacci, tensioni, scomode allusioni, così come di slanci spontanei e di ruvide cortesie.
Note
Un quadretto di un'Italia che fu. Forse non è tutto perfetto, ma è uno dei migliori (e più impegnativi) film di Avati nella sua complessa articolazione strutturale, nel felice tocco narrativo di quasi tutte le situazioni, nella resa globale di ottimi interpreti in stato di grazia.
Scritto e diretto ne' rinnochi d'aura maestra al miglior Avati, motivato da limpida memoria d'eventi familiari alla tradizione domestica dell'Autore, fabbro qui di un gioiello d'armonie felici al cuore.
Nel 1936, a Porretta Terme, un paesino dell'Appennino in provincia di Bologna, le famiglie di Silvia (Lucrezia Lante della Rovere) e Angelo (Davide Bechini) si incontrano in occasione del loro fidanzamento. La prima è un'orgogliosa famiglia contadina lacerata dalle scappatelle paterne. Quella di Angelo è una famiglia benestante e benpensante. Durante un interminabile pranzo che batte il tempo… leggi tutto
Pupi Avati, con il suo consueto stile dove un insieme di personaggi diventa coralità quasi all'unisono, è abile come sempre nel soffermare lo sguardo sul particolare per poi costruirvi la storia come un abito cucito su misura. Qui, in "Storia di ragazzi e di ragazze" gioca per certi versi in casa (elemento non nuovo nel suo cinema) non solo per l'ambientazione emiliana ma… leggi tutto
Il film fa parte di quel gruppo di film del regista bolognese che, parafrasando il Leopardi, potremmo definire le operette corali. Se alla fine degli anni ottanta un’operazione del genere, la messinscena della festa di fidanzamento tra la figlia di un contadino arricchito e il rampollo di una famiglia cittadina in decadenza, poteva riallacciarsi ad esperienze precedenti, quali "Un matrimonio"… leggi tutto
Pupi Avati, con il suo consueto stile dove un insieme di personaggi diventa coralità quasi all'unisono, è abile come sempre nel soffermare lo sguardo sul particolare per poi costruirvi la storia come un abito cucito su misura. Qui, in "Storia di ragazzi e di ragazze" gioca per certi versi in casa (elemento non nuovo nel suo cinema) non solo per l'ambientazione emiliana ma…
Nel 1936, due ragazzi di diversa estrazione sociale si fidanzano ed organizzano un pranzo sontuoso in famiglia. Sarà l'occasione per le due famiglie per confrontarsi ed anche scontrarsi.
Nonostante la bravura degli attori, al film nuoce l'unità di tempo, luogo ed azione che rallenta molto la vicenda rendendola, alla lunga, ripetitiva. Avati dirige con gusto e mestiere, ma…
Nel 1936, a Porretta Terme, un paesino dell'Appennino in provincia di Bologna, le famiglie di Silvia (Lucrezia Lante della Rovere) e Angelo (Davide Bechini) si incontrano in occasione del loro fidanzamento. La prima è un'orgogliosa famiglia contadina lacerata dalle scappatelle paterne. Quella di Angelo è una famiglia benestante e benpensante. Durante un interminabile pranzo che batte il tempo…
Questa playlist è dedicata a due caratteristi scomparsi di recente: Vincenzo Crocitti e Massimo Sarchielli. A dire il vero il primo è venuto a mancare oggi a soli 61 anni, il secondo pochi mesi fa.…
Avati tenta di realizzare in un colpo solo non un (già di per sè complesso) quadro di famiglia, ma di presentarci il quadro di ben due famiglie, riunite assieme per un pranzo durante il quale viene annunciato ufficialmente il fidanzamento fra i 'rampolli'. Nel complesso i personaggi che sfilano attorno alla tavola e davanti alla camera sono oltre la ventina, dai bambini agli…
Notevole film di Avati, che riesce a controllare una storia complicata e a dirigere al meglio un nutrito gruppo di interpreti quasi tutti di alto valore. Umana e piacevolissima, ma non nostagica, la rievocazione dell'Emilia contadina e borghese dell'anteguerra.
Cinema e gastronomia: accoppiata spesso formidabile nella commedia - che il mangiare è cosa allegra per noi umani - e alle volte con risvolti grotteschi, quando l'abbuffarsi è pantagruelico. C'è poi un sottofilone…
Il film fa parte di quel gruppo di film del regista bolognese che, parafrasando il Leopardi, potremmo definire le operette corali. Se alla fine degli anni ottanta un’operazione del genere, la messinscena della festa di fidanzamento tra la figlia di un contadino arricchito e il rampollo di una famiglia cittadina in decadenza, poteva riallacciarsi ad esperienze precedenti, quali "Un matrimonio"…
Film che partecipò alla Mostra di Venezia e che vinse il Nastro d'Argento come miglior film ed il David di Donaltello per la sceneggiatura, il film è scritto e sceneggiato dallo stesso Avati. Diciamo che è fra le opere meglio riuscite e più in equilibrio da lui fatte. Un film anche non facile per la complessità dei personaggi, essendo un film corale, e con pochi tratti, da vero pittore,…
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Commenti (2) vedi tutti
Scritto e diretto ne' rinnochi d'aura maestra al miglior Avati, motivato da limpida memoria d'eventi familiari alla tradizione domestica dell'Autore, fabbro qui di un gioiello d'armonie felici al cuore.
commento di feliniVicenda lenta e ripetitiva.
leggi la recensione completa di Carlo Ceruti