Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Il Cinema della dignità, dell'umanità: questa è da sempre la missione rigorosa, alta e necessaria dei grandi cineasti belgi. E' vero che negli ultimi anni, quasi di pari passo con l'eclissarsi di una società forse migliore, di certi ideali, anche il loro Cinema si è un poco sfilacciato, perdendo quella lucidità dei primi lavori, tutti indispensabili, a favore di storie che, a mio parere, mi sono parse meno intense. E' un po' il caso anche di questo lavoro, dove se è evidente il loro stile, camera a mano che pedina l'attrice principale, una magnifica Adele Haenel e l'assenza della colonna sonora, la storia, seppur degnissima d'essere raccontata, fatica un po' alla distanza. I luoghi sono sempre quelli del Belgio di periferia, in questo caso Liegi, mai luminoso, sempre grigio e freddo, piovoso, e la luce la porta solo gli occhi di questa dottoressa di frontiera, che preferisce restare a curare gli emarginati, i lavoratori con la L maiuscola, gli immigrati, gli anziani, piuttosto che avviarsi a una carriera più che promettente in un ricco studio privato. Ma c'è uno strappo nella sua bella etica professionale e umana: una porta non aperta a una ragazza di colore, che verrà poi trovata morta vicino al suo ambulatorio. Un fatto non voluto ma che scatena in Jenny il desiderio di scoprire chi fosse questa prostituta in fuga, darle un nome, una dignità, appunto. E in un mondo come in quello in cui viviamo, già solo questo è un atto rivoluzionario, un andare controcorrente. Ecco quindi svelarsi lentamente (forse troppo) uno scenario di disperazione e solitudine, di sconfitti e di sconfitte, che come bubboni crescono sulla pelle di una società malata, disillusa. Un film che non si muove di un centimetro dal corpo della loro produzione, che se ne sta forte e immobile al centro di tempeste razzistiche e derive varie, ed anche per questo ai Dardenne si deve sempre voler bene e pregare che regolarmente ci regalino un loro film, per non farci mai dimenticare la nostra umanità. Film non facile, ma da vedere.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta