Regia di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne vedi scheda film
Alla vigilia di una scelta professionale importante, ossia lasciare l'incarico di medico di medicina generale con pazienti di fascia bassa per andare a lavorare in un poliambulatorio medico che si rivolge a utenti più facoltosi, Jenny volutamente non risponde ad una chiamata giunta nel suo ambulatorio un'ora dopo la chiusura. Il giorno dopo però scopre che la ragazza che aveva bussato invano alla sua porta pochi minuti dopo era stata uccisa.
Mentre la Polizia non riesce a dare un nome alla giovane vittima, Jenny - sommerssa da un senso di colpa incontenibile - comincia un'indagine personale per cercare di capire sia l'identità della giovane sia i responsabili del misfatto ...
Un film asciutto, senza prologhi né voci narranti né un briciolo di colonna sonora. A tratti assume un valore documentaristico sulla professione del medico di famiglia in Francia, mostrando medicazioni, iniezioni e rapporti personali fra medico e paziente.
I fratelli Dardenne mostrano volutamente la meticolosità e il metodo del lavoro della Protagonista, che si rivelano doti che lei riesce ad applicare nella sua personale indagine con una ossessione che arriva a infastidire non solo gli altri personaggi nel film, ma lo stesso spettatore che a un certo punto arriva a pensare "ma perché non si fa i fatti suoi?".
Ed è proprio lì che la sceneggiatura vuole portare lo spettatore: proprio quando tutto dà la sensazione di un lavoro inconcludente, fastidioso e paranoico, ecco che i nodi si sciolgono: grazie al martello battente di _Jenny, si rompe l'omertà intorno all'omicidio, si sblocca la coscienza di chi rivive empaticamente il torto subito, persino il giovane stagista disilluso ripensa al suo futuro.
Un film che prova a scuotere le nostre coscienze addormentate, mostrando che non basta essere un bravo cittadino rispettoso delle regole e delegante gli altri per poter difendere la dignità umana: a volte bisogna diventare tenacemente ostinati per raggiungere un risultato.
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