Trama
Jenny, giovane medico generico, si sente in colpa per non aver aperto la porta del suo studio a una ragazza che è stata ritrovata morta poco dopo. Nell'apprendere dalla polizia che l'identità della vittima non è nota, Jenny decide di scoprire di chi si tratti. Nella sua ricerca, risalirà lentamente alla verità.
Approfondimento
LA RAGAZZA SENZA NOME: UNA DOPPIA INDAGINE PER UNA GIOVANE DOTTORESSA
Scritto e diretto dai fratelli Jean-Pierre e Luc Dardenne, La ragazza senza nome racconta la storia di Jenny, una giovane dottoressa che una sera, dopo aver terminato il suo lavoro, sente suonare alla sua porta e decide di non rispondere. Il giorno successivo, però, la polizia la informa che il cadavere di una giovane donna non identificata è stata trovata morta nelle vicinanze. Sentendosi come in colpa, Jenny inizia una personale indagine per scoprire l'identità della deceduta.
Con la direzione della fotografia di Alain Marcoen, le scenografie di Igor Gabriel e i costumi di Maïra Ramedhan Levi, La ragazza senza nome viene così presentato dai due registi in occasione della partecipazione del film in concorso al Festival di Cannes 2016: «L'idea dell'investigazione è stato il nostro punto di partenza. Ci abbiamo pensato per diversi anni e in un primo momento avevamo pensato come personaggio principale a un poliziotto. Non volevamo però fare un film di genere e abbiamo allora optato per una doppia indagine: la dottoressa Jenny cerca ossessivamente sia di scoprire il nome della ragazza ritrovata morta e di cui nessuno sa niente sia di capire le ragioni del decesso, per cui si ritiene in parte responsabile. Jenny vuole arrivare a delle risposte per se stessa: si sente colpevole per non averle aperto la porta ma non cade mai nell'autocommiserazione e non punta il dito contro nessuno. Anzi, possiamo dire che man mano che la storia procede mostra quanta allegria ci sia nella sua personalità.
Jenny, interpretata da Adèle Haenel, si prende cura con attenzione dei suoi pazienti e ascolta i loro corpi. I suoi malati hanno un sacco di reazioni psicosomatiche: vertigini, mal di pancia, crisi epilettiche... il corpo risponde sempre per primo agli stimoli della mente e parla, esprimendo cose che non sempre si possono mettere in parole. Jenny si preoccupa della sofferenza dei suoi pazienti e cerca di guarirli anche mentre investiga sulla ragazza sconosciuta. Dopotutto, è sempre un medico e non un'agente di polizia.
All'inizio di La ragazza senza nome Jenny dice a Julien, il suo stagista, che deve essere sempre più forte delle sue emozioni. Ciò che avviene dopo contraddice però il suo consiglio. Come ogni medico, Jenny non dovrebbe fidarsi delle sue emozioni quando si tratta di emettere una diagnosi medica ma fa ricorso a esse quando interagisce con i pazienti e cerca di aiutarli... e anche mentre conduce le sue indagini.
A suo modo, anche Jenny è una ragazza sconosciuta. Di lei, del suo passato e della sua vita personale, non si sa molto. Non sentivamo il bisogno di soffermarci su di lei. Sappiamo solo che lascia il suo appartamento per trasferirsi a lavorare in periferia. Era più importante soffermarci sul fatto che è come "posseduta" dalla ragazza morta. Ovviamente, non parliamo di possessione soprannaturale ma di qualcosa di morale che definisce le sue scelte».
Trailer
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Commenti (17) vedi tutti
Tra giallo e film "sociale" Buon lavoro dei fratelli "Dardenne"
leggi la recensione completa di Furetto60OPERA SOTTILE, GARBATA, INCISIVA; COME SEMPRE SANNO ESSERE I F.LLI DARDENNE DIETRO LA CINEPRESA... DA VEDERE...
commento di DavideKingInk80Una dottoressa competente, lucida, sensibile e coraggiosa, senza amici o amanti, che vive nel suo ambulatorio e fa visita ai pazienti in piena notte... avercene di gente così ! Nel suo minimalismo, il film non emoziona, ma è piuttosto un riuscito teorema sociale. Voto 6.
commento di ezzo24Lento e noioso.. due ore buttate via; voto 2 perché ben diretto.
commento di stokaiserI Dardenne, forse non all'altezza dei loro film migliori. In ogni caso, un signor film.
leggi la recensione completa di laulillaNel giuramento di Ippocrate, il senso della sacralità della vita e la rivalsa contro la cattiva coscienza della civiltà occidentale. L'eroismo senza macchia di una santa laica tra lo squallore e l'indifferenza della periferia belga è forse il tributo anti-realistico ad un cinema morale diventato maniera; ma va bene così.
commento di maurizio73I Dardenne trasmettono le loro idee servendosi della figura di una ragazza dai solidi valori, con un forte senso di responsabilità, irreprensibile, che, scottata da un errore per lei imperdonabile, trova il coraggio per restituire la dignità perduta ad un corpo sconosciuto ed abbandonato nell'indifferenza e nel silenzio generali.
commento di degoffroFilm lento e noioso gli attori sembrano persone vere, ambienti realistici.. ma storia noiosa.. si scopre il colpevole ma non siamo felici.. la vita difficile dei pazienti della dottoressa non cambia forse non era importante il nome ma scoprire le condizioni difficili delle persone
commento di Solomonica66Film minore dei due grandi registi,anche poco credibile,ma un camice bianco non l'hanno mai messo a questa dottoressa che visita in studio sempre in borghese,invece di indirizzarla solo a farle fare la poliziotta (cosa che non le compete)per me uno striminzito 6.
commento di ezioL'imprevisto va ad inserirsi nel racconto quotidiano, fino a divenire la quotidianità stessa
leggi la recensione completa di esaala87da quando i grandi Dardenne hanno deciso di rendere più "briose" le trame dei loro film, cercando di spettacolarizzarli un po' di più, hanno purtroopo perso dello smalto...e ormai troppo spesso si fanno prendere la mano, infarcendo le storie di ingenue assurdità. peccato, perché quello che vogliono raccontare sarebbe sempre importante e necessario.
commento di giovenostaAnche quando piacciono di meno, il loro stile riconoscibile riesce a toccare le corde dello spettatore, a fargli guardare la realtà che lo circonda. Il nuovo film dei due registi belgi sa cogliere l'attualità più stringente, con quel rigore e quella coerenza che continua a fare proselitismi tra pubblico e autori.
leggi la recensione completa di KurtisonicE quindi sì, i Dardenne, anche se nell’ambito di quello strato antropologico della periferia belga in cui hanno sempre indagato, stavolta hanno scelto un vero thriller, che avrebbe potuto essere un vero e proprio poliziesco se avessero preferito come protagonista una poliziotta e non una dottoressa.
leggi la recensione completa di michemarUna folgorante istantanea
leggi la recensione completa di siro17Forse avrebbero fatto bene, a Cannes, e dividere salomonicamente in due il premio. Ma così va il mondo!
leggi la recensione completa di yumeLa vittima vuole essere guardata, i carnefici non vogliono (ma si spingeranno davanti l'obbiettivo..). La vera "ragazza senza nome" è la protagonista, la "regista" invisibile, di cui non sappiamo niente..ma che è sempre davanti alla mdp. I Dardenne non girano più film veri, la Verità è diventato un tema.
commento di EightAndHalfUna dottoressa non risponde al richiamo di una porta che bussa al suo studio.Questa omissione costa la vita ad una ventenne immigrata. Il senso di colpa spinge la donna ad indagare spingendosi ove la polizia non può o non vuole arrivare. Splendido polar con cui i cineasti si confrontano su temi a loro nuovi, mantenendo stile e risultati eccellenti.
leggi la recensione completa di alan smithee