Regia di Liliana Cavani vedi scheda film
Il film è bello, crea disagio, fa sorgere disillusione, dà sofferenza.... ma forse dava anche speranza.
Il primo aspetto che questo film più che trasparire, ci inquieta, è il riportare un personaggio 'mitico e mitizzato' per anni alla sua dimensione umana.
Tutti abbiamo in mente il Francesco del Cantico dei Cantici o delle Creature, così bucolico che ci dimentichiamo da dove sia nato, in quali condizioni di vita e sacrificio sia maturato sino al suo perfetto compimento.
Ebbene, se in questo film cercate la poesia, la bellezza della natura, la poesia della vita... ne siamo molto molto lontani.
In verità anche Dio sembra essere piuttosto lontano, mentre la Chiesa Secolare, tutto sommato ne esce piuttosto bene.
Devo dire che questo film mi ha abbastanza sconvolto. E' quasi totalmente fuori dei canoni di ciò che immaginavo, pur avendo visto anche il film di Rossellini (Francesco, giullare di Dio). Quello che ho visto e che sono state abilmente messe in scena sono, non solo la passione di Francesco per i poveri e la sua rinuncia a tutti i beni terreni, ma anche le pesanti contraddizioni che questo 'credo' porta con se.
Che senso ha dilapidare le proprie ricchezze per lasciare in preda agli sciacalli per di più nemmeno così bisognosi? No sarebbe meglio amministrarle con saggezza aiutando chi ne ha veramente bisogno? Non sarebbe meglio trasformare la propria gestione degli affati in senso etico eliminando lo strozzinaggio e distribuendo la ricchezza equamente?
Diventi povero, rinunci a tutto, ma poi ti fai mantenere da altri poveri per occuparti dei derelitti.
Mi è parsa una rottura di quell'aurea d'idillio che ha sempre contraddistindo il 'mio' Francesco.
L'impressione è che alla fine fossero quasi di più i frati poveri che i poveri da gestire e tutta questa massa di gente a carico della società. Comunque anche questo un motore di distribuzione della ricchezza. Senz'altro più equo di una Chiesa che certo non è quasi mai stata esemplare da questo punto di vista, anzi...
Ma qui si sente anche il bisogno di stare vicini agli 'ultimi', ai paria, alle persone che hanno smesso di appartenere alla categoria umana, lasciati non solo ai margini della società, ma oltre i confini di una condizione animale. Anzi gli animali si possono permettere una dignità quasi divina al confronto. Liberi di vivere di ciò che offre loro il mondo, la natura.
Per Francesco è la voglia di ritornare a far parte di quel mondo da cui ci siamo estraniati ed allontanati, ormai, irrimediabilmente. Crediamo che la nostra scienza e le nostre vite siano migliori, ma sono solo più lunghe. Non necessariamente più gratificanti. E' proprio vero quel detto... meglio un giorno da leoni...
In sostanza... il film è bello, crea disagio, fa sorgere disillusione, dà sofferenza.... ma forse dava anche speranza.
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