Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
in un soleggiato pomeriggio romano, la madre decide che porta il figlioletto ai giardini a prendere un pò d'aria, anziché rinchiuderlo in una sala cinematografica buia e malsana di fumo di sigarette. e così mentre lascia pricò, così si chiama il figlioletto, fare i suoi giretti col monopattino nella pista circolare, lei sgattaiola lesta lesta ad incontrarsi con roberto, il suo amante. pricò soddisfatto del suo divertirsi cerca la madre e la vede in lontananza in conversazione con uno sconosciuto, preoccupato le si avvicina e l'allontana. tra l'altro lei non si è accorta che si è fatto tardi e a casa il marito li sta aspettando per cenare. da qui per pricò, gli spettatori e gli artefici di questo sublime film, s'impegnano per dar sfogo alla magia cinematografica. poichè se è vero che il dramma non è di certo venato di scintille fantastiche o orrorifiche, è pur vero come dice la recensione di filmtv che la storia adulterina è magnificamente da puro feuilleton con primissimi piani colmi di trattenuta implodente sofferenza e disperazione, dove gli adulti pare non debbano, non possano o non riescano a dare sfogo ai propri sentimenti in un palazzo tra l'altro dove i vicini come avvoltoi in circolo sulla carcassa agonizzante non aspettano altro che iniziare il banchetto(magnifica tecla scarano quando bussa per i fiammiferi o il sale grosso). dall'altro c'è pricò con gli eventi che lo violentano a più riprese costringendolo ad una forzata maturazione, che forse un giorno lo segnerà a tal punto da farlo deperire anzitempo. i sei sceneggiatori si sono adoperati per per creare un meccanismo cinematografico perfetto per un film che tratta l'infanzia perduta. ancor più dei pianti, strazianti per carità.... strazianti!, sono quegli sguardi colmi di dubbi, domande e terrorizzante smarrimento, tutte le volte che pricò guarda a quelle che dovrebbero essere le sue figure di riferimento. figure che sono sballottate da ondate di sconquassanti bombardamenti(tra l'altro non c'è segno di guerra o bombardamenti reali). la madre soverchiata dalla passione per l'amante roberto che non la lascia perdere, per un amore che non potrei dire opportunistico, il padre per la disfatta ripetutamente eclatante del nucleo familiare(alla luce dell'importanza che la "famiglia" ha nell'andamento dello stato italiano) e la governante agnese figura da sempre presente in casa e quindi anch'essa impotente di fronte agli eventi che paiono sempre più inesorabili. tutti che si dannano per pricò, il quale alla fine nonostante la tenera età, saprà esattamente cosa fare nel momento stesso in cui lo dovrà fare, bambinescamente stropicciandosi gli occhietti colmi di amarissime lacrime.
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