Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film
Una storia di infanzia e di affetti negati quella del piccolo Pricò, unico figlio di una famiglia medioborghese infelice in cui un padre mite e grigio non riesce ad opporsi alle debolezze della moglie letteralmente incapace di resistere ai ritorni di fiamma di un vecchio amante, asfissiante e possessivo , che puntualmente si ripresenta nella sua vita e la porta via anche all'affetto di suo figlio. Mentre appare convenzionale allorchè racconta queste storiacce di adulti già viste mille e mille volte, la cinepresa di De Sica si rivela staordinaria documentatrice di realtà allorchè abbassa il suo sguardo al piccolo Pricò, una sorta di vittima designata dall'egoismo degli adulti.Le sequenze in cui al centro c'è il bambino,c'è lo studio delle sue reazioni, c'è la sua solitudine provocata dalle mancanze della madre sono emotivamente intensissime(il bambino è di una spontaneità assoluta) e appartengono di diritto alla stagione neorealista che si stava aprendo in quei momenti.
De Sica non calca la mano sul disagio sociale portato dalla guerra ma descrive minuziosamente una borghesia invecchiata che sembra interessata solo alle piccole beghe e ai pettegolezzi.
La tragedia del piccolo Pricò è annunciata: starà alla sua forza d'animo superare quegli strali del destino che gli adulti non hanno saputo superare( o forse non hanno nemmeno provato a farlo).
E saprà bene dove convogliare il suo affetto, piccolo angelo alla ricerca di vendetta.
straordinaria quando al centro della scena c'è il bambino
straordinario
grigio come il suo personaggio
non male
notevole
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