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I bambini ci guardano

Regia di Vittorio De Sica vedi scheda film

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La recensione su I bambini ci guardano

di OGM
8 stelle

Vittorio de Sica abbassa la sua macchina da presa all’altezza degli occhi di un bambino: il piccolo Pricò, protagonista dell’omonimo romanzo di Cesare Giulio Viola, più che un testimone della vita degli adulti, è una vittima dei loro errori, della loro incapacità di restare fedeli al concetto di famiglia e alle dure regole dell’amore vero. Il viavai della madre, ripetutamente sottratta al suo affetto dalle seducenti trappole di un giovane amante possessivo, e la disperazione del padre, sempre più profondamente ferito nella propria dignità di uomo, sono, per il ragazzino, le incomprensibili manifestazioni di un misterioso vortice, in grado di inghiottire d’un colpo, e senza una ragione, una felicità che sembrerebbe naturale e a portata di mano. I giochi, le passeggiate al parco, le vacanze al mare sono i teatri della spensieratezza in cui, all’improvviso, da dietro le quinte, irrompe quel temibile mostro distruttore, che reca tristezza e solitudine. La tranquilla normalità scompare, per fare posto ad un’esistenza cupa e monca, in cui un bene gratuito ed eterno come l’amore materno diventa un regalo occasionale, talmente prezioso e raro da essere rivestito di eccezionalità come una scatola di cioccolatini. Alla presenza costante e sicura della madre si sostituisce la labile figura di una donna contesa da più uomini, indecisa su dove collocare la sua personale idea di casa, incapace di trovare un approdo,  e troppo incline alla passione per poter apprezzare il rassicurante calore umano racchiuso nel focolare domestico.  Lo sguardo del neorealismo si rivolge, una volta tanto, e nel periodo più nero della guerra, non al disagio economico e sociale, bensì al dramma morale di un diritto calpestato, di un valore violato, di un’unione spezzata: un dramma di cui la fragilità di un piccolo essere umano amplifica la forza disgregante, proiettando, nel mondo circostante, i tanti aguzzi frammenti di un sogno distrutto. I bambini ci guardano descrive la vera essenza tragica dell’infanzia abbandonata, che non risiede nella povertà materiale o nell’assenza fisica dei genitori, bensì nel degradante spettacolo dell’indifferenza verso il proprio stesso sangue.

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