Regia di Sergio Pastore vedi scheda film
La bella Concetta rimane improvvisamente vedova; il malavitoso marito è stato eliminato dalla mafia. I pretendenti a questo punto non le mancano, ma Cosa Nostra dispiega i suoi mezzi per evitare che la donna trovi un nuovo partner.
Occhio alla vedova! è un'operina leggera leggera, anzi quasi trasparente nei contenuti, dalla comicità grezza - non volgarissima, ma nel senso di approssimativa, superficiale - e sguaiata. Questo pur trattando un tema alquanto serio e grave come è la mafia: ma la cosa non può sorprendere per almeno due motivi: il gangster movie era tornato recentemente di gran moda e, soprattutto, la commedia nostrana si stava facendo sempre più sbracata, insulsa, andando ad abbassare rapidamente l'asticella della risata verso il pecoreccio. Qui ancora non siamo in territori estremi, ma la direzione è indubbiamente quella; Sergio Pastore è stato un mestierante non privo di buoni spunti (Sette scialli di seta gialla, del 1972, rimane la sua pellicola di maggior rilievo), sempre aggrappato a budget risicati e impegnato in produzioni 'di genere' destinate alla serie B cinematografica nostrana. In questa occasione il Nostro, che figura anche come autore unico di soggetto e sceneggiatura, imbastisce sui classici luoghi comuni siculi (l'onore, l'omertà, lo sfrenato maschilismo) un filmetto che - come tanti lavori coevi - sfrutta tali banalità per strappare qualche facile risata, anzichè tentare di cimentarsi in una qualche operazione di critica o denuncia, cosa pacificamente fattibile anche per una pellicola disimpegnata. A disposizione di Pastore ci sono nel cast, fra gli altri, Jeannette Len (Giovanna Lenzi), Ugo Fangareggi, Enzo Cerusico, Francesca Romana Coluzzi, Saro Urzì e Alberto Sorrentino; presumibilmente, visto il risultato, era il regista stesso il primo a non credere più di tanto nel lavoro. 2,5/10.
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