Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
In bilico tra commedia e dramma, questo film mostra l'abilità del regista nel raccontare vicende ricorrenti nella nostra società. Tre coppie ed una persona non accompagnata partecipano ad una cena, e, dopo i convenevoli di rito, decidono di fare un gioco: leggere e/o mostrare pubblicamente tutto quanto giunge ai propri telefoni. Le conseguenze dimostreranno che i sette sono perfetti sconosciuti non solo per gli amici ma anche per i propri partners. Vasta è la gamma di argomenti trattati: quarantenni in crisi, pervasività dei mezzi di comunicazione odierni, il cristallizzarsi dei rapporti tra amici, incoerenza sentimentale, malcelata insofferenza verso i gay. Chissà a quanti è capitato di andare ad una cena solo per convenzione sociale, e a domanda rispondere che "tutto va bene", "le solite cose", quando poi non è assolutamente così. Da queste ottime premesse, ne nasce un buona storia che poi quasi sfugge di mano al regista nella seconda parte del film, quando i toni e le battute da commedia lasciano spazio al dramma. Poi tutto si conclude come se nulla fosse successo - e forse è proprio così - salve le apparenze e la fasulla rete di relazioni. Ogni personaggio è ben studiato, ed approfondito, cosa che è nella stessa natura del film. Di ognuno è mostrato cosa si cela dietro le patine di tranquillità, sicurezza, maturità. Se il regista è molto bravo nel "mettere a nudo" i suoi personaggi, lo è meno nel lanciare un messaggio, non da tutti condivisibile. "Avere il coraggio di lasciarsi" non risolve le psicopatie delle persone; semmai, credo, bisogna avere il coraggio di essere sè stessi, la qual cosa non implica necessariamente il lasciarsi; chiede il riconoscimento della propria individualità, ed implicitamente il rispetto e la condivisione delle individualità altrui. Al di là di queste opinioni soggettive, comunque, un buon prodotto, più di riflessione che d'intrattenimento.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta