Regia di Volfango De Biasi vedi scheda film
Ammettiamolo: l'idea di far ruotare un film intorno ad un capo camorrista che, per sfuggire all'arresto, si fa mettere la faccia di Peppino Di Capri, è da dopocena un pò brilli, ma ha qualcosa di intrinsecamente geniale. La nuova fase delle commedie di Natale italiane, da qualche anno a questa parte, contempla facce relativamente nuove come Lillo e Greg, Paolo Ruffini e Francesco Mandelli, e in una parodia sia del film carcerario, che del sottogenere d'azione intrecciato alla lotta alle mafie, ci possono stare tutti questi neobeniamini delle grandi platee. Compreso un Di Capri che sta al gioco e interpreta, come Villaggio in "Fracchia la belva umana", un personaggio buono ed uno fetente. Sceneggiato da sei persone ( un pò troppe, sempre e comunque, ma soprattutto visto l'ambito leggero), "Natale col boss" ha incassato piuttosto bene, e la rocambolesca vicenda del chirurgo plastico e del suo anestesista, che sono due cialtroni, che sono costretti a cambiare il volto ad un capoclan, capendo male ( da Di Caprio a Di Capri...) le fattezze desiderate, non farà scompisciare dalle risa, ma qua e là funziona. Magari, per essere il tipo di parodia che voleva essere, doveva buttarla ancor più sul demenziale più che mai pronunciato, senza buonismi volti solo a rassicurare lo spettatore entrato in sala per farsi due risate, ma senza voglia di particolari novità. Dei presenti sullo schermo, sempre buono l'affiatamento tra Lillo e Greg, che forse però dovrebbero lavorare un pò sui tempi comici, e meglio figura Ruffini che Mandelli, nelle vesti di due poliziotti imbranati eppure meno fessi di quanto preventivato. Niente di che, per carità, ma già non passare la seconda metà di film a sperare che finisca presto, come accade per altri titoli similari, è già un risultato.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta