Regia di Amir Naderi vedi scheda film
VENEZIA 73 - FUORI CONCORSO
Da anni ormai il regista iraniano Amir Nadefri è legato all'Italia e in particolare al Festival veneziano.
In occasione della sua ultima produzione, girata sulle montagne del nostro arco alpino e prodotto con fondi nazionali, il noto cinesta ci catapulta in un cupo Medioevo ottenebrato da una carestia ed una mancanza di luce che condiziona e rende quasi impossibile le possibilità di sostentamento di un popolo di pastori.
Dopo la morte dell'ultimo infante. quasi tutti gli abitanti decidono di fuggire e trasferirsi altrove. L'ostinazione del capofamiglia funestato dalla recente prematuro lutto, invece, lo induce a rimanere, e a sfidare gli elementi e la natura, convinto che ogni uomo debba rimanere legato alle proprie radici e al proprio luogo natio.
Anche a costo di sfidare qualcosa di inceredibilmente più grande e potente di lui.
Una sfida impari alla Davide e Golia che lìuomo vincerà con l'ostinazione di chi non si arrennde e prosegue nei suoi intenti sino all'ossessione.
Immagini e riprese bellissime, una ambientazione montana altamente suggestiva; la montagna spettrale che cede nel buio della notte con crolli improvvisi dal frastuono stordente, che inducono il protagonista verso il suo proprosito folle e titanico, che tuttaavia non rimarrà intentato. Anzi troverà il modo di risolversi dopo un impioego ostinato che il regista si impegna a trasmettere allo spettatore nei molti minutio dedicati al faticoso immane lavoro di sgretolamento della roccia.
L'idea quasi biblica del film è straordinariamente affascinante, ed il contesto montano suggestivo contribuisce a rendere il film in parte molto seducente. Piuttosto deboli si rivelano tuttavia le personalità dei tre protagonisti, mortificati da un linguaggio e da una dizione eccessivamente attuali, in grado di rendere grottescamente didascalico tutto lo sppazio a loro dedicato, specialmente quello svilito da dialoghi poco consoni per un passato così lontano e funestato.
Certamente più saggio sarebbe staato a mio avviso procedere unicamente per immagini e suoni, frastuoni di una natura superiore ed apparentemente imbattibile che alla fine finisce per soccombere e piegarsi alll'ostinaziione di un ideale o di un intento.
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