Regia di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro vedi scheda film
quanto tempo che non lo vedevo. mi ha fatto piacere rivederlo anche se mi ha un pò spiazzato. innanzitutto non riesco più a dargli il voto ottimo e poi mi ha spiazzato per i risvolti horror che non ricordavo. come dicevo per bazil, nel suo mondo da zucchero filato, jeunet, ci ricorda sempre che nel suo mondo cinematografico di buoni e ingenui(che rincorrono comunque sempre una vendetta)esiste comunque sempre il mondo reale dei bisogni umani(che non si limitino ai bacetti sulle labbra)e i cattivi che commerciano con la morte altrui. non fa eccezione questo, che fa del cannibalismo e della morte altrui, un'esigenza per la sopravvivenza. un microcosmo in un condominio fatiscente che sembra un'astronave alla alien o anche un termitaio dove si nascondono e operano animale mutanti, dovuti ad una catastrofe immane che ha reso l'aria perennemente di un color giallastro malaticcio. jeunet usa il grottesco e le distorsioni per gettarci in un mondo che è circense e fiabesco, ma come il mondo del circo o dei freakshow e le fiabe che sono comunque sempre un pò nere, ci obbliga a sentirci un pò parte di quell'umanità che fa del commercio umano la propria sopravvivenza. i fratelli inseparabili che costruiscono scatole che muggiscono(chissà mai chi le comprerà in quel mondo!?), aurore che sente le voci che le suggeriscono di farla finita, la famiglia di cinque elementi che devono sacrificare la nonna "perchè comunque tra un pò, ci si potrà solo fare del brodo". jeunet e caro sono i crudeli direttori che costruiscono un block-buster divertente e di mirabile fattura che rivisto a dfistanza di anni è di una crudeltà quasi insostenibile. naturalmente splendidi gli attori a partire da un sulfureo jean-claude dreyfus, passando per un tenerissimo dominique pinon, fino alla giunonica karin viard. bravi anche i doppiatori.
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