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Delicatessen

Regia di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro vedi scheda film

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La recensione su Delicatessen

di scandoniano
8 stelle

Film d’esordio di uno dei più interessanti cineasti europei dell’ultima generazione, “Delicatessen” è un coacervo di esperienze oniriche, unite a disquisizioni politiche, con velleità sociologiche e qualche evidente citazione. Il regista Jean-Pierre Jeunet, che allargherà le vedute sulla “propria” realtà delle cose col successivo “Il favoloso mondo di Amelie”, mette in scena un meraviglioso affresco iperrealista, descrivendo sotto forma di metafora la vita di un condominio francese, in un paesaggio post-bellico (degno delle migliori scenografie di Ken Shiro). In un locale denominato “Delicatessen” esercita la propria losca attività un macellaio sui generis, mentore e factotum di un condominio ricco di personaggi strani: una zitella (figlia del macellaio) dedita alla musica ed in cerca del vero amore, una famiglia di disadattati sempre in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, un allevatore di rane e lumache, una perenne suicida con il suo serafico e rassegnato marito, una procace vamp che si procura da mangiare pagando con la merce più rara del mondo.
In questo contesto, arriva un ex-clown che si propone al macellaio come riparatore dei piccoli problemini dello scalcinato palazzo. Senza conoscere però il piccolo, tremendo, segreto della comunità…
Senza svelare le trame che si diramano sotto questo pittoresco, ma pur sempre plausibile stato di cose, occorre sottolineare come la prepotente poetica di Jeunet sappia mischiare assieme atmosfere tipiche di Leconte, con installazioni di cinema surrealista (alla maniera di Terry Gilliam), non disdegnando un omaggio al maestro Vigo; il tutto proponendo una salsa fortemente autoriale, tipica dei successivi film del cineasta d’oltralpe. A tratti, Delicatessen dà l’impressione di essere la scatolina ritrovata da Amelie Poulain, capovoltasi per spalmarsi su 90’ di un film non sempre coerente, ma sicuramente originale e gustoso. Peculiari i titoli di testa (meravigliosi) e quelli di coda (a mo’ di fiction con fermo-immagine e nome dell’attore).

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