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Regia di Pedro Morelli vedi scheda film

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La recensione su Zoom

di mck
7 stelle

Oh! You Pretty Things...

 

Trilogia della Terminologia (Cine)FotoGrafica {“Bokeh” (esito su carta/schermo di un intervento durante la ripresa/sviluppo/stampa/proiezione), “Raw” [memoria analogica registrata su pellicola (fotogrammi di gelatina e sali di nitrato d'argento e di bromuro di potassio) e su supporti digitali (pixel in file di dati in bit/byte)], “Zoom” (intervento meccanico/digitale durante la ripresa/post-produzione)} / 3 : “Zoom”, o: “Piselli&Pere!”.

 


“Da quanto tempo non vediamo un elicottero in un film italiano?” - “Eeeh!”
Bruno Bonomo (Silvio Orlando) a un Dirigente Rai (Antonio Catania) in “il Caimano” di Nanni Moretti (2006)

…ive un graphic novel che racconta delle riprese di un film in cui la protagonista sta cercando di scrivere un romanzo in cui una ragazza scr...

 


In questo circolo chiuso autosostentantesi e insorgente nuove storie in cui vige la supremazia dell'entanglement quantistico, Emma [Alison Pill ("Dear Wendy", "Milk", "Scott Pilgrim vs. the World", "MidNight in Paris", "To Rome with Love", "SnowPiercer", "the NewsRoom", "Hail, Caesar!"), bravissima, perfettamente a suo agio nella commedia pura, al netto del fantastico, che finisce in una storiaccia alla "Breaking Bad" (il suo è il segmento che rappresenta la controparte comedy/dramedy dell'ottimo "Bubble" soderberghiano) per colpa di Michelle], Edward (la voce di Gael Garcia Bernal, il regista - pardon: “autore” - che, cit., “soffre le pene per colpa del pene” (e di Emma)] e Michelle

{Mariana Ximenes: sul suo corpo avviene la trasformazione più sottile, ambigua, ma altrettanto significativa rispetto alle altre: passa dalla versione "acqua e sapone" - che così non è, ma mi si conceda l'estrema semplificazione - della sessione di shooting fotografico ("You are everything and you are nothing!", le impone il fotografo) al trucco e parrucco hollywoodiano standard quando il film

[in cui si cita (da madrelingua portoghese) Fernando Pessoa (in traduzione inglese) a memoria - “Scolpire in un silenzio nullo tutti i nostri sogni di conversazione. (Immobilizzare nel torpore...tutti i nostri pensieri d'azione. Ma i paesaggi sognati sono soltanto fumo di paesaggi conosciuti e anche il tedio di sognarli è grande quasi quanto il tedio di guardare il mondo. E su tutto questo, come un cielo unico e azzurro, aleggia straniato l'orrore di vivere.)”, dal Libro dell'Inquietudine - e l'interlocutore (americano) lo riconosce al volo]

nel fumetto nel film nel romanzo nel film prende (per colpa di Edward, che non riesce a resistere alla pressione dei produttori maschi e all'attrazione verso i produttori femmine) una brutta piega blockbusterosa: e il passaggio è deleterio: l'attrice si uniforma allo standard, perde personalità, persino il Brasile fuori dalle rotte turistiche viene spregevolmente stuprato dalla banalità delle favelas sfruttate e piegate all'infimo scopo caciarone e cazzone e da una versione di 007 da poveracci manco asylumari}

condizionano e riscrivono la storia gli uni degli altri, operando una vicendevole e reciproca crispizzazione sulle proprie intenzioni e sul loro ambiente, sulle loro reazioni a queste interferenze e sul proprio corpo così come su quello degli altri.

 


La storia procede rettilinea secondo uno schema lineare, in successione ordinata →1.Emma2.Edward3.Michelle123123 (a metà esatta del film, al giro di boa, vi è in un momento di disvelamento palese, quando le scene del film live action con Michelle nel fumetto animato con Edward si cartoonizzano e diventano parte del set del fumetto animato con Edward nel film live action chiamato “Zoom” con Emma: il percorso sino ad allora svolto in irreprensibile progressione subisce una momentanea inversione:321, a ritroso, prima di riprendere il cammino e proseguire col solito passo alternato), con consequenziali passaggi di testimone, storie che gemmano le une dalle altre, innesti che insorgono dalle ramificazioni...

 


Produzione (tra gli executive compare Fernando Meirelles) brasilo-canadese (Ontario e San Paolo). Regia: Pedro Morelli. Sceneggiatura: Matthew Hansen. Fotografia: Adrian Teijido (“Narcos”). Montaggio: Lucas Gonzaga. Musiche: Eric San (Kid Koala).
Buono, a tratti perfettamente in parte, ed eterogeneo il cast secondario: Tyler Labine (separato alla nascita dal Joel Luschek (Matt Peters) di "Orange is the New Black"), Michael Eklund, una sorta di - per rimanere in zona OitnB - PornoBaffo, un redivivo Jason Priestley [non credo sia mai morto...ma di certo l'avevo perso di vista da una decina d'anni, se non una dozzina ("the ScrewFly Solution", il 7° ep. della 2a stag. di Masters of Horror, by Joe Dante, e gli ep. finali della 3a stag. di "Medium")], Cláudia Ohana, l'avamposto/rifugio di Michelle in Brasile, e ancora: Jennifer Irwin, Don McKellar, Patrick Garrow, Rick Roberts, Clé Bennett, etc…

 


Perché accontentarsi di ricreare “identico” qualcosa quando si ha la capacità di renderlo “migliore”?
Tipo: un amore perduto ritrovato su commissione sotto forma di bambola somaticamente e anatomicamente accurata, un film becero e banale che svuoti le tasche alle masse invece di un film personale che gratifichi la propria identificazione autoriale, un romanzo “vorrei ma non posso” che dovrebbe costituire ed imprimere un cambio deciso e netto di rotta alla propria carriera di fotomodella, rendere il proprio corpo adeguato alle aspettative di un altro da sé / prossimo idealizzato (l'apoteosi dell'autoinganno)…

 


Il film riesce a trasformare i cliché in critica dei cliché senza scadere nel cliché. Il disimpegno impera, ma con una certa grazia sguaiata.

A crack in the sky / and a hand reaching down to me...

* * * ¼

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Postilla.
Mani che disegnano - ceci n'est pas infini - parole che (de)scrivono.
Lista eterogenea e del tutto incompleta di pellicole simili a “Zoom” e tra loro non per valore artistico, ma per altre qualità, quali forma e tecnica (animazione in tecnica mista - trasparenti, rotoscope, digitale - in parte extra-diegeticamente interagente col reale: i cartoon di “Who Framed Roger Rabbit” si, i dinosauri di “Jurassic Park” no) e/o sostanza e contenuto (metacinema più o meno spinto).

“Drawing Hands” - M.C. Escher - 1948 - litografia

...“Sherlock Jr.” di Buster Keaton ('24), “l'Uomo con la Macchina da Presa” di Dziga Vertov ('29), “Sunset Boulevard” di Billy Wilder ('50), “le Mépris” di Jean-Luc Godard ('63), “la Ricotta” di Pier Paolo Pasolini ('63), “il Manoscritto trovato a Saragozza“ di Wojciech J. Has ('64), “Attenzione alla Puttana Santa” di Rayner Werner Fassbinder ('71), “Roma” di Federico Fellini ('72), “la Nuit Américaine” di Francois Truffaut ('73), “Vérités et Mensonges / F for Fake” di Orson Welles ('73), We Can't Go Home Again di Nicholas Ray ('72/'76), “Amator” di Krzysztof Kieslowski ('79), “lo Stato delle Cose” di Wim Wenders ('82), “the Purple Rose of Cairo” di Woody Allen ('85), “Barton Fink” di Joel e Ethan Coen ('91), “Cool World” di Ralph Bakshi ('92), “Naked Lunch” [(William S. Burroughs, '59) '91] e “eXistenZ” ('99) di David Cronenberg, “Sogni d'Oro” ('81) e “il Caimano” ('06) di Nanni Moretti, “Close Up” ('90), “E la Vita Continua” ('92) e “Sotto gli Ulivi” ('94) di Abbas Kiarostami, “Salaam Cinema” ('95) e “Pane e Fiore” ('96) di Mohsen Makhmalbaf, “Scarlet Diva” di Asia Argento ('00), “Lost in La Mancha” (Terry Gilliam) di Keith Fulton e Louis Pepe ('02), “the Dangerous Lives of Altar Boys” (Chris Fuhrman, '91) di Peter Care ('02), “Adaptation.” (Charlie Kaufman) di Spike Jonze ('02), “Femme Fatale” di Brian De Palma ('02), “Perfect Blue” ('97), “Millennium Actress” ('01) e “Paprika” ('06) di Satoshi Kon, “Animatrix” di AA.VV. ('03), “Ellie Parker” di Scott Coffey ('05), “Waking Life” ('01) e “A Scanner Darkly” [(Philip K. Dick, '77) '06] di Richard Linklater, “Stranger than Fiction” (Zach Helm) di Marc Forster ('06), “Be Kind Rewind” di Michel Gondry ('07), “De la Guerre” di Bertrand Bonello ('08), “Synecdoche, New York” di Charlie Kaufman ('08), “Inglourious Basterds” di Quentin Tarantino ('09), “Road to Nowhere” di Monte Hellman ('10), “the Canyons” di Paul Schrader ('13), “Waltz with Bashir” ('08) e “the Congress” [Stanislaw Lem, '73) '13] di Ari Folman, “Mulholland Drive” ('01) e “Twin Peaks - stag. 3 - the Return” [con Marc Frost) '17] di David Lynch, “Black Mirror” di Charlie Brooker ('11-'xx), “les Fantomes d'Ismaël” di Arnaud Desplechin ('17)... Et cetera, et cetera... Aggiungerne a piacere e volontà...     

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