Regia di Georg W. Pabst vedi scheda film
Lulù, film muto molto discusso, accusato di immoralismo ed esaltazione della sensualità, ricordato per la presenza magica di Louise Brooks Attrice maliziosa, istintivamente seducente e dannatamente sensuale anche quando fa le bizze. Volto bellissimo, straordinario caschetto nero corvino (divenne di moda) e pelle luminosa come il latte.
Quando un’attrice esalta un regista: tre buoni motivi per vedere Lulù
film muto molto discusso, accusato di immoralismo ed esaltazione della sensualità, ricordato per la presenza magica di Louise Brooks - primo dei tre buoni motivi per vederlo - ex ballerina a Broadway nel 1925 con le Ziegfeld Follies (ma poi, quando il successo venne meno, ballò anche nei night club). Attrice maliziosa, istintivamente seducente e dannatamente sensuale anche quando fa le bizze. Volto bellissimo, straordinario caschetto nero corvino (divenne di moda) e pelle luminosa come il latte. Fu vista da Georg Wilhelm Pabst (1885-1967) nel ruolo di vamp in Capitain Barbablù (1928), film non memorabile di Howard Howks, e preferita (a dispetto di tutti) alla già famosa Marlene Dietrich. Titolato anche Il vaso di Pandora (Die Büchse der Pandora, 1928 o 1929?), ispirato al dramma omonimo di Frank Wedekind, è uno dei film migliori, dopo il capolavoro Diario di una donna perduta (Tagebuch einer Verlorenen,1929) sempre con Louise Brooks ma in un ruolo più complesso - film pesantemente censurati perchè ritenuti scioccanti per l'epoca a causa della rappresentazione cruda della sessualità e della società - del singolare ma incostante regista tedesco Pabst - secondo buon motivo - creatore di teatrali drammatici melodrammi avvolti in cupe scenografie, con innovazioni di stile, tecnica e linguaggio cinematografico, inquadrature di grande sensibilità figurativa e dense di particolari significativi, ma anche feroce provocatore e critico sociale. - Terzo ma non ultimo buon motivo - per vedere Lulù è la stupenda fotografia in bianco e nero molto contrastata che enfatizza i toni drammatici. Altri motivi? almeno l’ottima recitazione di tutti, ma proprio tutti, gli attori.
La bella maliziosa seduttrice, senza morale né vergogna, Lulù vive in maniera gioiosa la sua sessualità cercando di ricavarne guadagni. Ha molti ‘amici’ e un’ ‘amica’: Schigolch un vecchio viscido ubriacone fedele come un cagnolino al quale è affezionata perché è stato il suo primo ‘amico’; Schön ricco uomo di mezza età che nonostante sia fidanzato non resiste alle sue infantili bizze; Alwa il bel giovane figlio di Schön che la fa lavorare nel suo varietà (che sembra una bolgia dantesca); Rodrigo un vigoroso acrobata e la contessa Anna Geschwitz concludono il gruppetto. Schön accecato dalla passione sposa Lulù ma se ne pente il giorno stesso delle nozze quando la vede amoreggiare con la sua ‘amica’, col vecchio Schigolch e pure con suo figlio! In un momento di lucidità capisce l’irreparabile sbaglio che ha fatto. Prende una pistola ma non sa se sparare a se stesso o agli ‘amici’ di Lulù ... ma forse la cosa più giusta è convincere lei a spararsi visto che è la causa di tutto. Ma Lulù non vuole, parte un colpo (accidentale?) e Schön muore, prima però le da l’ultimo bacio e al figlio accorso gli dice: « tu sarai il prossimo ». Al processo vorrebbero darle la condanna a morte ma Lulù ammalia tutti e l’avvocato, paragonandola a Pandora, che secondo la mitologia greca fu inviata sulla terra con un vaso contenente tutti i mali del mondo, riesce a farla condannare a 5 anni di carcere. La folla guidata dai suoi ‘amici’ crea disordine e la fa scappare. Lulù cambia pettinatura, scopre la fronte (e forse è ancora più bella), prende un treno con Alwa e si riforma in Francia, dentro una barca con bisca annessa (altra bolgia dantesca), tutta l'allegra combriccola con lei che continua a usare loro e loro che continuano a usare lei. Le cose peggiorano, Lulù rischia di essere portata in un bordello al Cairo, Alwa prova a barare alle carte per rifarsi dopo aver perso tutto ma se ne accorgono e così, insieme al vecchio Schigolch, fuggono a Londra. E’ natale, la fame si fa sentire, a Lulù non rimane che prostituirsi ma non è fortunata. Il suo primo cliente è uno squattrinato Jack lo squartatore... almeno lui resisterà al fascino dei suoi baci sotto il vischio? Basterebbe non lasciare coltelli in giro.
Louise Brooks, infantile e capricciosa, calcolatrice e contraddittoria, una delle prima 'donne fatali', anche femminista, dello schermo - e forse la più letale... col solo sguardo faceva cadere gli uomini ma anche le donne ai suoi bei piedi - in Lulù sembra che non reciti, sembra proprio essere lei Lulù. Abusata da un vicino a soli 9 anni, raccontò di essere incapace di provare sentimenti di vero amore. Sposò un paio di 'importanti' uomini e, essendo per sua stessa ammissione una donna sessualmente libera e vogliosa di sperimentare, frequentò molte persone famose come William Randolph Hearst, Charlie Chaplin e anche Greta Garbo. Prese posizioni in contrasto con i produttori di Hollywood che gli chiusero le porte del cinema e finì a fare la commessa sulla Fifth Avenue. Negli anni cinquanta la critica francese iniziò a rivalutarla con proiezioni dei suoi film nei festival cinematografici e divenne così una delle più celebri attrici del muto. Guido Crepax si ispirò a lei per disegnare Valentina. I gruppi musicali Litfiba e OMD le hanno dedicato le canzoni 'Lulù e Marlene' e 'Pandora's Box'.
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