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Lulù

Regia di Georg W. Pabst vedi scheda film

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La recensione su Lulù

di OGM
8 stelle

La forza della seduzione vince su tutto, nel bene e nel male, in mezzo a questa  umanità che palpita e scalpita intorno alle proprie fluttuanti passioni. Georg W. Pabst punta su di essa una tremula fiamma di candela, che sottolinea i chiaroscuri delle emozioni, l'instabilità dei desideri ed i tentennamenti della volontà, in un mondo corale e convulso, diviso tra un proscenio sontuoso e luccicante, e tanti retroscena in cui si consumano intrighi e tradimenti.  La giovane e bella protagonista della storia è l'unica a conservare, sia in pieno giorno sia nella penombra, pubblicamente e nell'intimità, la stessa faccia, smaccatamente provocante, ma ingenuamente disinibita, perché del tutto ignara dei limiti della morale. In lei è assente la capacità di effettuare distinzioni, e per lei gli uomini sono tutti uguali, fintanto che sono disposti a cedere incondizionatamente alle sue lusinghe.  Lulù è l'onnipotenza rivestita di candore, è la donna nata dea che non conosce il significato del divieto o il suono del rifiuto. Solo un diabolico complotto del destino può spezzare l'incantesimo, provocando una tragedia di amore e morte degna di una creatura ultramondana. La sua fine è come la caduta di un angelo, che ha portato lo scompiglio perché abbagliato da una luce ultraterrena, che l'ha reso cieco di fronte alla vicende di quaggiù. L'epilogo è il suo definitivo annientamento, il suo dissolversi nel nulla, che però, a distanza, innesca la catarsi nelle esistenze altrui.      

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