Regia di Andrea Barzini vedi scheda film
1990. A 20 anni di distanza, la Rai replica in tv Italia-Germania 4-3, semifinale dei mondiali 1970. Tre amici, all'epoca adolescenti e ora verso la quarantina, si ritrovano per l'occasione: il bilancio esistenziale sarà inevitabile.
Tratto da una commedia di Umberto Marino scritta espressamente per il teatro, Italia-Germania 4-3 risente, nella sceneggiatura firmata dallo stesso Marino e dal regista, troppo esplicitamente dell'impostazione originaria del testo. Pochi i cambi di scena, ma soprattutto poco dinamici i personaggi, largo spazio ai dialoghi (che peraltro sono piuttosto patetici, per la gran parte) e una componente nostalgica di fondo che più fasulla non si può: il film, opera seconda di Andrea Barzini per il cinema, semplicemente non funziona, nonostante l'idea interessante di partenza. Il solito bilancio esistenziale, le solite schermaglie fra amici-rivali, il solito confondersi di amicizia e invidia, con i momenti leggeri mal riusciti quanto quelli drammatici: se i toni esistenziali fanno acqua da tutte le parti, acqua che va a formare un mare di banalità, le pause ironiche-comiche risultano sempre e comunque forzate all'ennesima potenza. Peccato, anche perchè in campo Barzini aveva schierato una formazione (si conceda una metafora calcistica) di tutto rispetto per il cinema italiano del 1990: Fabrizio Bentivoglio, Giuseppe Cederna, Massimo Ghini, Nancy Brilli (e pazienza) e, in un ruolo marginale, assistiamo qui anche all'esordio di Giuseppe Battiston, poco più che ventenne, ma già pacioccone. Leggermente meglio, su toni simili, andrà a Barzini due anni più tardi con Volevamo essere gli U2. 3/10.
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