Regia di Mark Neale vedi scheda film
Le moto in piega estrema ad altissima velocità e definizione, con voce narrante lirica e partecipe (in originale addirittura di Brad Pitt), per oltre due ore sugli schermi cinematografici. Il documentario di Mark Neale (non nuovo al racconto delle due ruote) è un’opera forse per soli appassionati, ma che giustifica maggiormente una visione al cinema rispetto ai tanti altri doc sportivi e musicali che invadono le sale. Il registro è enfatico, la storicizzazione assente e sacrificata dalla scelta di soffermarsi quasi esclusivamente sulla contemporaneità, ma l’efficacia del film è indubbia e insita nella dimensione intrinsecamente epica della disciplina. E delle sue storie, fatte di talento, follia e dolore, tra dottori poeti, padri ansiosi e giovani campioni che corrono con spalle e clavicole rotte, in un mondo, quello del paddock, che continua a mantenere un fascino irresistibile. Valentino Rossi, Daniel Pedrosa, Casey Stoner, Jorge Lorenzo, Marc Marquez e Marco Simoncelli sono i protagonisti, anche se, per ovvie ragioni legate alla sua tragica morte, è a quest’ultimo che viene dedicato il momento più intenso del film. L’unico dove il silenzio vince sul rombo dei motori e gli sguardi assenti hanno il sopravvento sulla retorica da eroe romantico. Il resto avvince e getta fumo negli occhi, riaccendendo la passione per il motociclismo. Finendo per funzionare anche come grande spot per il finale di stagione della Moto GP 2015.
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