Regia di George Roy Hill vedi scheda film
LADRI DA STRADA E LADRI DA SCOMMESSE
"E' inutile essere un artista se devi vivere come un impiegato"
La seconda collaborazione tra il regista, l'attore protagonista e l'attore non protagonista del film, rispettivamente George Roy Hill, Robert Redford e Paul Newman offre una deliziosa commedia, geniale nella sua semplicità e delirante nelle suet trovate. La prima collaborazione tra i tre nomi citati sopra era per un altro grande capolavoro, Butch Cassidy, western meraviglioso che precede di quattro anni questo grande capolavoro, La Stangata. Anche Robert Shaw (Quint, il cacciatore di squali, personaggio presente nel film Lo Squalo di Steven Spielberg), che interpreta in questo film il cattivo, Doyle Lonnegan, la parte è fatta a posta per lui, faccia distrutta dal dolore per una gamba (come ne Lo Squalo quando l'animale gli mangia entrambi le gambe) e distrutta ancora di più dal gioco sporco e sleale, che siano gare dei cavalli o partite a poker, la sua faccia è sempre distrutta dal dolore sia fisico che morale. La sceneggiatura e il soggetto sono di David S. Ward mentre il montaggio è di William Reynolds e la fotografia è di Robert Surtees. La musica di Scott Joplin è stata riadattata.
Primi piani silenziosi. Macchina da presa che scruta questi esseri umani che salgono gradini delle scale, li scendono, camminano per strada. Il silenzio è fondamentale. Le scarpe sono eleganti, il pantalone sembrerebbe da ricconi e con queste cose, i piedi (o meglio l'uomo) passa davanti ai barboni, a quelli che non hanno niente da mangiare, a quelli che scrutano i passanti sperando in una doverosa elemosina, a quelli che si portano appresso cani (da guardia?) o pistole, entrambi per (sembrerebbe) proteggersi, a quelli che vivono nei vicoli bui e a quelli che per scaldarsi danno fuoco ai cassonetti della spazzatura (e oltretutto ci frugano). Questi piedi non ci fanno caso. Non c'è parità sulla distinzione di chi ha i soldi e chi no, di chi vive in una casa e chi per strada, di chi può mangiare e di chi no. Dante, in un famoso verso della Divina Commedia, (o meglio, lo diceva Virgilio, suo mentore e maestro per l'intera "vicenda") diceva: "Non ragioniam di loro, ma guarda e passa". Questi movimenti sicuri, fluidi e veloci dei piedi e delle gambe del (sembrerebbe) ricco si contrappongono ai movimenti insicuri, lenti e fermi dell'intero corpo umano dei poveri. In queste figure metaforiche c'è il senso di superiorità che ogni ricco possiede. Hanno tutto, possono avere tutto, hanno una villa splendida. E i poveri che vivono per strada si possono limitare solo a guardarli, impauriti dal loro senso di superiorità che sprizza da ogni poro. La frase di Dante che ho citato prima si riferisce soprattutto ai due piedi presi in considerazione. Sembra un allusione, ma non è così. I piedi sono Dante e Virgilio. I piedi, in quel preciso momento, sono il "cervello" dei ricchi. Fanno finta di niente. Il senso di superiorità è talmente grande che i poveri devono guardare questi altezzosi signori che si pavoneggiano per sembrare una qualsiasi divinità.
Jonny Hooker rappresenta il pensiero che i ladri o i ricchi avevano per il gioco nella metà degli anni 30. Una ossessione che si poteva fermare in due modi. Giocando fino a spaccarsi e frammentarsi le retine degli occhi oppure "sostituire questa abitudine con una peggiore" (p.s. [Jack Nicholson]). I signori ricchi hanno bisogno di giocare per sfogo. Lo sfogo è un elemento portante sia per il film in sè stesso che per il proseguo della trama. E' uno sfogo che porta a fare cose allucinanti senza nemmeno rendersene conto, è uno sfogo che non fa bene alla salute ma per il cervello è cosa buona e giusta. Henry Gondorff rappresenta il successo nelle truffe e il successivo abbandonamento del successo ottenuto. Negli anni 30 (in questo momento si allude le truffe fatte prima di questo periodo) e precedenti le truffe, per quanto riguarda le scommesse e i furti, erano all'ordine del giorno. Si dividevano in due categorie: i ladri delle strade e i ladri delle scommesse. Analizziamo i ladri delle strade. Erano individui che non c'entravano niente con le scommesse a meno che non rubavano per la strada e, successivamente, andavano a spendere il denaro rubato per scommettere sui cavalli (il caso di Johnny Hooker). Dopo avere rubato tanti soldi, prima si andavano a comprare dei vestiti eleganti per farsi sembrare ricchi (ritorna il tema della differenza tra ricchi e poveri) poi andavano a scommettere, magari, come nel caso di Hooker, perdendo tutto al primo giro della ruota della fortuna. I ladri delle strade sono tutti quelli che sono come Johnny Hooker. Quelli che vogliono diventare ricchi (non proprio tutti, sia chiaro) anche a costo di rubare per strada (il loro lavoro "primario" è quello di rubare, quello "secondario" è quello di voler essere ricchi a tutti i costi), quelli che devono essere ricchi per l'ossessione già spiegata nel primo paragrafo e quelli che le truffe per strada le sanno fare alla grande mentre non sanno truffare benissimo al gioco (parlo di poker e scommesse sui cavalli). Analizziamo ora i ladri delle scommesse. Questi sono più da scommesse che da strada. Anzi, si fanno rubare abbastanza facilmente i soldi dai ladri della strada (vedi la scena del treno). Loro sono vestiti da veri signori, il perchè è semplice, devono fare figura con giacca e cravatta davanti ai loro "pari", anche per costruirsi un immagine degna di un nome da "ricchi". I ladri delle scommesse sono il reciproco dei ladri delle strade. Basti pensare alla scena iniziale (anche se quello che ci rimette non è proprio un vero ladro delle scommesse) quando un poliziotto deve portare una somma di soldi al cattivo di turno (ne parlerò tra poco) ma viene derubato da Hooker. C'è debolezza e rassegnazione nel volto del poliziotto. Per la truffa che ha subito e per come l'ha subita. L'incarnazione del vero ladro delle scommesse è rappresentata da Henry e non da Lonnegan. Il motivo è semplice. Lonnegan (interpretato da Robert Shaw) non sa truffare senza la presenza dei cagnacci che si porta appresso a ogni partita di poker. Dopo aver perso con Henry a poker si lascia prendere da Hooker che gli promette di riuscire a farlo vincere alla corsa dei cavalli. Lonnegan e il poliziotto derubato sono la stessa identica persona. Un uomo rassegnato dalla debolezza dello spirito, pur essendo ricco quanto vuole. La polizia sembra scherzare nel film. C'è il poliziotto che prova in vari modi di riuscire a catturare prima Hooker (dopo aver scoperto la sua truffa), poi Henry (per aver scoperto che è rientrato nel circolo delle truffe alla scommesse) e infine a Lonnegan (anche se non gliene frega più di tanto arrestarlo ma solo di fargli perdere una "stangata" di soldi). C'è il detective dell'FBI che cerca Henry e riesce a "convincere" sia il poliziotto sopra che Hooker a catturare il famoso ladro delle scommesse. Ma è il poliziotto che ha la parte maggiore. Le scene d'azione con pistole contro Hooker (che dovrà combattere e correre un pò dappertutto) sono fantastiche e mai stancanti, senza ripetizioni e rallentamenti. La distinzione tra i ladri delle scommesse e dei ladri della strada è un interpretazione difficile, sia per la bravura del regista, sia per la bravura degli attori.
Chi trova un amico trova un tesoro. Una parte importante che caratterizza il film è l'importanza che ha un amico nella vita dei ladri. La morte di un ladro (nero per giunta) è una cosa difficile da affrontare per i suoi amici ladri. Specialmente quando questo stava andando in pensione per raggiungere l'amato fratello, sperando che quest'ultimo gli potesse trovare un lavoro facile facile per l'età che aveva il ladro. I suoi uccisori sono gli stessi di Lonnegan. Il motivo per cui Hooker e Henry vogliono dare una bella stangata a quell'uomo è proprio perchè quest'ultimo gli ha ucciso l'amico. Il tutto perchè Hooker e il suo amico ladro erano gli stessi che avevano rubato al poliziotto incaricato di portare i soldi a Lonnegan all'inizio della pellicola. L'intreccio narrativo è perfetto e lo sceneggiatore è stato bravissimo a spiegare tutti i motivi di tutti i fatti.
L'intera pellicola si svolge in un romanzo o forse in un diario. Un pò come Romanzo Popolare di Monicelli. Le varie sequenze vengono raccontate dopo aver sfogliato una pagina di un libro che sembra contenere l'intera storia. Il tutto musicato dal sonetto di Scott Joplin per arricchire un pò di più la suspence che rimarrà impressa molto bene nella mente dello spettatore. Il bello di tutto questo è cheil libro non è stato tratto da nessun romanzo. Il bello del cinema è anche questo. Geniale. Il film è caratterizzato dalla contrapposizione tra pub dei ricchi e pub dei poveri. In quest'ultimo ci si dovrebbe aspettare della gente che ti capisce. Nonostante questo Hooker si fida in un primo momento della barista del pub che frequenta. Tuttavia si dimostrerà una delle tante pedine al serivizio della cattiveria pura. I pub dei ricchi sono ingigantiti dalle scommesse sui cavalli e dalle partite di poker. Sono più puliti dei primi e ospitano gente dell'alto calibro.
Il finale è fenomenale per genialità. La piazzatura invece della vincita porta Lonnegan, che nel frattempo è nel pub, a far "uccidere" Henry e Hooker, che nel momento gli spara sapendo del suo tradimento con l'FBI. Lonnegan viene portato via senza i soldi persi. Henry e Hooker si alzano e sorridono. Dopodichè si allontanano nella strada infinita.
Ben 7 oscar per questo film che rispecchia la situazione delle scommesse che c'era in America negli anni 30 (Oscar: Film, Regia, Sceneggiatura originale, Montaggio, Scenografia, Costumi e Colonna Sonora) Tutti e sette gli oscar sono strameritati.
Un Capolavoro del grande cinema.
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