Regia di João César Monteiro vedi scheda film
Fra il 1978 e il 1979 Joao Cesar Monteiro diresse tre cortometraggi e un lungometraggio sulle radici della sua nazione, titoli racchiusi sotto l'etichetta di 'racconti tradizionali portoghesi'. Un miniciclo che vede questo O amor das tres romas (L'amore dei tre melograni, traduzione letterale) quale secondo dei tre corti; la leggenda dei tre melograni da cui il titolo è naturalmente reinterpretata alla maniera del cineasta: sperimentale, bizzarra, surreale, verista. Monteiro scardina la finzione ambientando l'intero film in teatro di posa e non facendo assolutamente nulla per nasconderlo, anzi di tanto in tanto esasperando la crudezza di costumi e scene. Nel finale presenta il cast in maniera del tutto irrituale, con una passerella degli attori che, venendo incontro alla macchina da presa, dicono il proprio nome e quello del personaggio interpretato. Venticinque minuti appena, con momenti più prettamente lirici alternati ad altri semplicemente aderenti al racconto; fra i nomi nel cast spicca quello di Margarida Gil, già attrice per Monteiro (Veredas, 1978) e sua assistente per Fragmentos de um filme-esmola: A sagrada familia (1972), futura regista di successo. Nel complesso, O amor das tres romas colpisce per la sua eterogeneità e la volontà, da parte del regista (e sceneggiatore, produttore e montatore) di esprimersi in un linguaggio innovativo, ma anche per la scarsa compattezza della materia narrativa e gli scarsi riferimenti logici offerti allo spettatore. 4/10.
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