Regia di Carol Reed vedi scheda film
Davvero un bel film, teso, molto coinvolgente, e di notevole forza drammatica. Mason, che pure non sta moltissimo sulla scena, dà un'ottima interpretazione ed è una delle colonne del film. A poco a poco si diviene partecipi del suo senso di sfinimento e di sconfitta. E' interessante vedere come la gente del popolo che lo soccorre, se da una parte non ha niente o quasi contro di lui dal punto di vista ideologico o morale, vuole poi sbarazzarsene per paura della polizia. Belli e ben definiti trovo i personaggi delle due infermiere e del marito, e interessante trovo soprattutto il personaggio della fidanzata. Non è certo la prima donna nel cinema e nella vita ad essere perdutamente innamorata di un idealista, di un rivoluzionario o fuori legge, intrepido e indomito, che ha molte idee nella testa e nel cuore, ma non certo lei. Il personaggio di Mason non è che non la ami per niente, ma certo “la causa” è molto più importante di lei. Lui stesso riconosce (giustamente) la negatività della violenza, e pure il destino lo avverte più volte di non buttarsi in quella rapina suicida, ma la passione politica che gli brucia dentro è più forte di tutto il resto. Il film non disprezza certo la lotta degli indipendentisti irlandesi, ma getta pesanti ombre (come quelle della bella fotografia in bianco e nero) sui metodi e la moralità della lotta armata. Il bravo Carol Reed cementa tutta la vicenda con una regia solida e ricca di inquadrature sghembe, come si vedrà ancor più ne “Il terzo uomo”.
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