Regia di Michael Cimino vedi scheda film
Scintillante ramake di un vecchio noir con Bogart, in cui Rourke evade dal tribunale dove si sta svolgendo il suo processo con l'aiuto del suo avvocato e amante, una Kelly Lynch di rara bellezza completamente succube del suo insano e intrigante cliente che insieme al fratello ed un'altro detenuto si rifugia nella casa di una famiglia in via di separazione per attendere che la complice li raggiunga.
Gli investigatori si mettono in moto ma all'interno della casa si scatena una roulette cinese mortale tra il capo banda e il capo famiglia che vuole recuperare credibilità nei confronti di sua moglie, oltre a voler salvare i suoi cari.
L'autore di tale operazione è un Michael Cimino in forma smaliante che è riuscito a stilizzare un copione pieno di insidie risolvendole con trovate a volte da grande maestro capace di adeguare un genere al suo stile; la grandissima fluidità delle riprese all'interno della casa
dove il nucleo tematico si sviluppa è da scuola del cinema ma sparsi qua e la ci sono dei tocchi di classe purissima che mi hanno davvero impressionato: la fortissima carica erotica espressa da Kelly Lynch si deve anche al modo in cui Cimino ha lasciato intravedere le sue calze e giarrettiere ad uso fondina grazie a delle inquadrature istantanee con il centro a margine, ne è venuto fuori un personaggio di abbagliante bellezza estetica ma di intollerabile negatività e disgusto,tutta la sequenza della fuga di uno dei complici di Bosworth in cui ho intravisto un chiaro omaggio a Russ Meyer nell'incontro del fuggiasco con due prosperose ragazze in una polverosa stazione di servizio nel deserto, il resto della sequenza è invece un'altra prova d'autore di Cimino che memore delle riprese della caccia al cervo de "Il Cacciatore" conclude l'inseguimento dell'ormai spacciato malvivente in una natura incontaminata ripresa con dei filtri intensissimi e sporcata dal sangue degli spari.
Oltre a quelle appena citate e numerose altre finezze come la ripresa circolare dei due poliziotti che organizzano il piano di cattura discutendo a lume di torcia dentro l'automobile, "Ore disperate" è soprattutto un film di attori tra i quali metto in prima fila Hopkins, ottimo davvero dal momento in cui è ferito e comincia ad essere sempre più determinato, mentre Rourke riesce ad essere inquietante ma non affascinante, comunque attinente al ruolo, la Rogers è in parte e non va sopra le righe mentre avrei dato più spessore ai personaggi dei due agenti che si occupano del caso, ottima la Lynch nell'esprimere la povertà di spina dorsale del suo personaggio, Cimino ha saputo tenerli tutti sotto controllo come non ha perso il controllo del suo film anche se qualche pausa qua e là se l'è presa ma è un regista sempre e comunque di grande talento ed inventiva, doti che non si comprano e non si imparano da nessuna parte.
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