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Le Ardenne

Regia di Robin Pront vedi scheda film

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La recensione su Le Ardenne

di alan smithee
7 stelle

25 COURMAYEUR NOIR FESTIVAL - CONCORSO

Due fratelli, la fidanzata di uno dei due, una rapina che non riesce. Kenny finisce in galera, La sua fidanzata Sylvie riesce a fuggire con suo fratello Dave. Kenny non li smaschera e si prende ognic responsabilità, pagando per tutti e tre.

Condannato a 7 anni di reclusione, esce dopo quattro anni.

Nel frattempo Sylvie si è ripulita dai suoi problemi di droga e relativa dipendenza, e Dave ha trovato un lavoro come lava macchine. Ma soprattutto sono divenuti amanti, clandestini, in quanto celano la loro relazione a tutti tranne che alla madre dei due ragazzi; e lo celano soprattutto a Kenny, caratteriale e nervoso, non in grado di poter accettare e capire, secondo suo fratello Dave.

I problemi tornano a galla non appena Kenny viene rilasciato: il suo carattere rissoso ed istintivo lo mettono subito di fronte a muso duro alle problematiche legate al suo inserimento, oltre al fatto che l'uomo tenta di ricontattare la sua ex ragazza, che si nega, lo rifugge, ma vorrebbe solo rivelargli la dura verità, puttosto difficile da accettare.

Il problema delle verità non dette è il fulcro di questo interessante thriller noir, oper aprima del giovane regista belfa Robin Pront, presente ieri in sala al Palanoir.

Il timore di rivelare ciò che la vita ha riservato a chi ha proseguito a viverla in libertà procurerà una spirale di violenza sempre più esplosiva, e la vcenda, fosca e violenta, arriverà a trasferirsi sulle Ardenne, tra i boschi impervi ed affascinanti in cui i due ragazzi da govani trascorrevano le vacanze estive, ed ora territorio ideale per occultare le prove delittuose di un vera e propria carneficina.

D0Aedennes (questo il titolo originale), funziona soprattutto per le ottime atmosfere che si sa creare tutt'attorno, e si rivela il film fino ad ora più opportuno e ideale di questo festival noir.

Lo stile registico denuncia forse qualche insicurezza legata all'inesperienza (ci si chiede un regista come James Gray, tra i migliori a raccontare i dissidi tra fratelli e le faide familiari, come avrebbe celebrato questa rincorsa al massacro peraltro qui condotta con ammirevole professionalità), ma il film si fa forte di una buona presa emotiva e di una valida prova degli interpreti, tra i quali ritroviamo la Veerie Baetens di Alabama Monroe, e l'inquietante e strafatto Jan Bijvoet, protagonista dell'altrettanto disturbante Borgman.

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