Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
La Bigelow si fa le ossa con questo poliziesco cupo e teso senza un briciolo di ironia che non ebbe successo al botteghino ma evidenziò il talento della regista e lo spessore attoriale dei due protagonisti.
Jamie Lee Curtis riveste caparbiamente il ruolo dell'agente Megan Turner fresco di distintivo che si ritrova suo malgrado a contatto con il broker Eugene Hunt interpretato da un nevrotico Ron Silver che in qualche frangente eccede nel suo istionismo psicotico ma tutto sommato porta a casa la consegna dando vita ad un cattivo indemoniato e viscido che lo script porta spesso ad eccedere evidenziando che il problema del film sta proprio in una scrittura sovente inverosimile per un racconto che dovrebbe invece essere molto aderente alla realtà.
La regia invece funziona così come il montaggio che un pò qui e un pò la vivacizza un film giocato moltissimo sui primi piani e i campi stretti, forme grammaticali di regia non troppo consone ad un poliziesco ma è proprio qui che si intravede il talento della Bigelow che riesce a mettere in sequenza una scena d'amore e una violenza carnale direttamente dallo stesso letto, in entrambi i frangenti la Curtis dimostra tutta l'esperienza maturata con Carpenter ma stavolta non mostra molto il suo fisico da amazzone e si concentra finalmente sull'interpretazione di un personaggio che ha contro di se l'evidenza dei fatti pur essendo in buona fede e l'assurda aggressività dei suoi superiori tra cui si segnala un Clancy Brown per me alquanto fuori parte nel ruolo del capo ispettore che segue Megan fino nel suo letto.
Esordio per Tom Seizmore nel ruolo del rapinatore.
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