Regia di Justin Kurzel vedi scheda film
Il più simpatico e umano risulta il sultano di Siviglia. Non occorre dire altro.
Ho visto una puntata del videogioco (ce l’aveva mio figlio) e per una volta mi domando perché il film non sia più simile al gioco, basato su capacità da parkour. Infatti le scene di inseguimento sui tetti funzionano, ma finisce lì. La sceneggiatura ha deciso di impreziosire la trama videogameatica con un’assurda macchineria complottistica, facendo fare al povero (ma fisicatissimo) Fassbender su e giù per i secoli e per una strana macchina che sembra una gru (e in effetti è proprio una gru). Servono i cattivissimi (qui Jeremy Irons e Charlotte Rampling) i cattivi-buoni (Marion Cotillard) e i buoni-cattivi (Brendan Gleeson) per tenere in piedi un plot del tutto superfluo, ove Templari (sic!) e Assassini (ri-sic!) si odiano e si bastonano, accoltellano e bruciano nei secoli fedeli.
Il risultato è che non sai a chi dare retta, se all’assurda multinazionale odierna o ai flashback inquisitori, mentre lo stesso Fassbender si smarrisce nei dubbi eccessivamente dubbiosi del menatore di mani con ripensamenti: ti vuoi decidere?
Pietà vuole che non vi ragguagli sul “contenuto genetico della Mela”, che contiene il “DNA del libero arbitrio” (ri-ri-sic!). E’ talmente una puttanata da autogoal o tre rigori di fila mancati da Beccalossi, che davvero mi domando chi abbia prescritto questo escamotage a reggere il filo della vicenda.
Non badate alle locandine e ai cartelloni pubblicitari formato gigante: se non avrete visto Assassin’s Creed, nel giorno del Giudizio Universale nessuno ne terrà conto.
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