Regia di William Wyler vedi scheda film
Antropologia del gioco al massacro.Una casa con le sue soffocanti quattro pareti è il teatro amorfo su cui si muovono tre evasi e una famiglia rispettabile,la classica famigliola della middle class americana.Devono aspettare che la compagna di uno dei tre evasi consegni loro i soldi per fuggire ma c'è da aspettare,questi soldi non sembrano arrivare mai e l'occasione è ghiotta per un contunuare a massacrarsi,vengono fuori i caratteri e gli spigoli di ognuno vengono a collisione.Il gioco al massacro che corrode il film non è semplicemente degli evasi che sono in una posizione di privilegio verso i prigionieri,ma cambiano soprattutto i rapporti tra i malviventi.C'è il grasso cattivo,assassino con noncuranza,c'è l'evaso buono che vuole andarsene e c'è il fratello(Bogart) di quest'ultimo che cerca di operare una sintesi tra brutalità e logica.Bogart dà vita a un personaggio a tutto tondo capace sia di brutalità ma anche di slanci umani.Il film vive di continui cambi di tono eppure la cinepresa di Wyler è sempre lì fissa a scrutare le reazioni umane.L'unità di spazio e di tempo sono utilizzate che meglio non si potrebbe con un crescendo di suspense quasi insostenibile.Il finale è nel classico alveo della produzione hollywoodiana:prima si è destrutturata ferocemente l'istituzione familiare e ora si ricompone,quasi magicamente.Un film che vive della luce dei suoi attori e grazie a una regia che nel suo essere scarna si apre a improvvisi sussulti....
non male
brava
ottimo
al suo penultimo film,bravo come al solito in un personaggio di rude grandezza
ottima regia
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