Trama
Guy Maddin, soprannominato il David Lynch canadese, è senza dubbio uno degli ultimi maghi del cinema. Nonostante viva nell'era digitale, il regista, proveniente dalle pianure innevate del Canada, da venticinque anni cala nell'insolito e nell'inquietante scene sature di elementi realistici, al di là di ogni schema convenzionale. Appassionato di cinema delle origini, ha saputo fare sue le tecniche di luci e ombre e le sperimentazioni dell’Età dell’oro del cinema, per riportare in vita un linguaggio unico e farlo giocare con l’inconscio dello spettatore, tramite effetti visivi tanto inquietanti quanto assurdi. Con gusto feticista per ogni genere di devianza psichica, ha volutamente inserito elementi iconografici, tratti dalla sua storia personale, in tutti i suoi nove lungometraggi (e negli oltre venti cortometraggi).
Note
Con la stessa irriverenza giocosa dei film di Maddin il documentario segue gli esperimenti medianici di questo maestro dell’illusione durante le riprese “spiritiche” dell’ultimo progetto del regista, presentato in Europa.
- Premio Miglior documentario sul cinema al Festival di Venezia 2015
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