Regia di Antoine Fuqua vedi scheda film
Trattandosi di un remake (di un remake) del soggetto (e non solo) de I magnifici 7 si sapeva già tutto.
L’ennesimo sopruso non più sopportabile;
l’arruolamento degli eroi;
l’addestramento, la battaglia e la resa dei conti.
Ma se, su questo impianto, avrebbe potuto – immagino – essere costruita qualsiasi cosa (possibilmente riconoscibile, stile Fuqua), il risultato appare, invece, estremamente modesto (ad essere generoso).
Ampio assortimento multietnico a parte, nessuna soluzione narrativa degna di nota; nessun fattore di complessità interiore od esteriore, nessuna intuizione originale, nessun tentativo di caratterizzazione distinguibile dal passato.
Solo un’ulteriore versione di revenge movie ai tempi del far west, con maggiore carica distruttiva rispetto alle precedenti. Ma una vera e propria ecatombe non è un valore aggiunto, né lo è qualche protagonista di grido (saccheggiati dai precedenti film dello stesso regista). La stella indiscussa (D.Washington), l’astro nascente (C.Pratt), l’ex enfant prodige (E.Hawke), la certezza (V.D’Onofrio, stavolta, invero, certezza meno solida del solito) e tutti gli altri non valgono, di per sè soli, il prezzo del biglietto.
Quando la novità è un pedissequo prodotto riciclato rimane, piuttosto, di gran lunga preferibile il contenuto originale/originario (detto da uno che ha poca confidenza con il cinema di 50 anni fa ed oltre).
Fuqua si conferma un mestierante discontinuo, da seguire con prudenza.
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