Regia di Carlo Verdone vedi scheda film
Marino, Glauco ed Adalberto sono tre giovani che hanno occasione di conoscersi durante un concorso per diventare carabinieri. I tre, superate le selezioni e molto diversi l'uno dall'altro diventano amici e, con indosso la divisa vivono diverse avventure, alcune delle quali molto pericolose. Contemporaneamente, il film racconta della storia di amore tra Glauco e Rita, la cugina di Marino del quale quest'ultimo è morbosamente invaghito e non corrisposto. Pur essendo una commedia, per caratterizzazione dei personaggi, dialoghi e situazioni rappresentate, il film mostra sequenze drammatiche e d'azione, con qualche "macchia di sangue". A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare, il film non pone in ridicolo l'Arma, limitandosi a "macchiettizzarla" un po', per via del "multiregionalismo" che la anima, ma mostrandola sempre disponibile, operativa e rispettata dalla cittadinanza. Interessante la caratterizzazione dei personaggi; ben riuscita quella dei due protagonisti, Marino - interpretato da Carlo Verdone - all'apparenza insicuro, poi integerrimo ed affidabile e Glauco - interpretato da Enrico Montesano - persona di spirito ed inventiva. Un po' meno quella di Adalberto, interpretato da un Massimo Boldi che mi è parso un po' fuori ruolo, forse perchè sono abituato a vederlo in film dal tono più "demenziale". Cosa che quest'opera assolutamente non è; a parte alcune sequenze, quali quella dell'ammanettamento o dell'interrogatorio delle due donne in Piemonte, il film ha una comicità sobria. Per Verdone, questa può essere considerata un'opera di transito; comincia infatti ad acquisire atteggiamenti ed introdurre argomenti che avranno maggiore considerazione in opere successive. Il film è gradevole, se si accetta la presenza di alcune sequenze drammatiche e la natura di "spot" per l'Arma dei Carabinieri, in grado di trasformare in uomini fatti e finiti persone che all'inizio del film sembrano prive di prospettive, complessate ed insicure.
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