Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film
Apparentemente barboso, troppo “intellettualoide”, vagamente onanistico... Invece, forse il piglio indomabile di Madame Huppert, forse che anche gli intellettuali hanno, oltre che un cuore, un fegato di cui si nutrono le debolezze anche di qualunque povero ignorante (vedi: il rapporto della protagonista con la madre), o forse quella risata spontanea, improvvisa, mentre Nathalie viaggia in tram e intravede il ridicolo passarle accanto, passato, sovrastando d’un tratto anche la più tragica ed intellettuale di ogni cosa, questo film si lascia scorrere sorprendentemente senza annoiare, e quasi suscitando una curiosità forse malsana, magari drogata di troppo cervello, ma con degli ottimi contrappesi. Interessante.
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