Regia di Mia Hansen-Løve vedi scheda film
Da madre, moglie, insegnante e figlia organizzata e appagata, a cinquantacinquenne sola di fronte all'ebbrezza di rifarsi una nuova vita, affrontare nuove emozioni e sensazioni che una vita preimpostata da decenni le aveva nascosto in cassetti apparentemente sprangati. Una donna tutta sola, una Huppert magnifica e potente che non si piange addosso.
Natalie è una apprezzata insegnante di filosofia cinquantacinquenne che si divide tra il lavoro di scuola, alcune pubblicazioni in capo a suoi brillanti ex alunni ora suoi collaboratori, e la gestione ordinaria di una famiglia: un marito-collega, due figli ventenno alla soglia di lasciare il nido familiare, nonché una madre eccentrica e un pò suonata, che inizia a crearle probelmatiche sempre più impegnative.
Alla soglia di un'estate imminente che già lascia intravedere il suo prossimo manifestarsi, da un giorno all'altro Natalie si troverà sola: il marito, da tempo protagonista di un'avventura extraconiugale con una ex alunna, trova il coraggio di lasciarla; i figli partono all'estero per prendere parte corsi di specializzazione, l'anziana, madre, rocondotta presso una casa di cura, muore all'improvviso.
Natalie pertanto, adottato suo malgrado il gatto nero bizzarro della genitrice, accetterà l'offerta di un suo brillante e affascinante ex allievo di recarsi presso una tenuta agricola mandata avanti da un gruppo di giovani, dediti a coniugare attaccamento alla natura al pensiero filosofico, e trascorrerà un'estate improntata a scoprire cosa potrà esserne di lei in termini di un duturo sentimentale e rapportato alle persone che ancora scelgono di frequentarla.
La brava regista Mia Hansen-Love, apprezzata in Eden e pure nei suoi lavori precedenti, per questa occasione vincitrice dell'Orso d'argento per la miglior regia alla berlinale 2016, riesce a fornirci un ritratto veritiero e per nulla ricattatorio emotivamente, di una donna dinamica e schietta, sicura di sè (almeno apparentemente), in grado di affrontare le dirompenti novità che la assalgono, con una tenacia ed una concretezza che non lasciano trapelare, apparentemnte, nessuna debolezza o tendenza a piangersi addosso.
Ne scaturisce un intenso e persino inedito ritratto di donna, in cui Isabelle Huppert, magnifica più del solito, e per una volta né pazza, né psicopatica, riesce davvero in modo grandioso a darci una prova insolita e anche un pò nuova ed originale per le sue corde: finalmente una donna come tante, intelligente, brillante, ferita e protesa a sistemare le molte difficoltà che le gravano addosso tutto d'un colpo, ma senza piangersi addosso inutilmente.
Una "donna tutta sola", che si guarda attorno, attratta dal suo giovane ex allievo, molto meno dalle avventure promiscue che la città offre ad una persona sola in cerca di uno svago passeggero.
La vita di una donna che apprezza il vento di libertà che da un giorno all'altro le soffia in faccia, ma che si preoccupa pure di trovare una valida copertura per difendersi dai pericoli di un futuro pieno di incognite, magari eccitanti inizialmente, ma che richiedono carattere e determinazione per essere gestite senza divenirne vittima o anche solo succube.
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