Regia di Jens Lien vedi scheda film
Un uomo arriva in una città del nord Europa, ordinata, abitata da facce pulite e persone precise e cordiali. Immediatamente trova lavoro in un ufficio e una fidanzata bella e sempre sorridente. E così pure un'amante. Tutto è troppo perfetto, qualcosa decisamente non va.
Classe 1967, già qualche esperienza dietro la macchina da presa (soprattutto corti, ma anche un paio di lungometraggi), Jens Lien dimostra in questo The bothersome man (l'uomo seccante, l'uomo fastidioso) una propensione al cinema surreale ambientato in una contemporanea realtà parallela, sulla scia nonsense di autori come Spike Jonze, Charlie Kaufman o Quentin Dupieux. Nella sceneggiatura firmata da Per Schreiner ci troviamo infatti in una città del nord Europa talmente perfetta da sembrare una mera scenografia teatrale, abitata da persone perennemente sorridenti e soddisfatte che fanno pensare al nuovo arrivato, il povero Andreas (Trond Fausa, bravo), di stare impazzendo. Di sicuro qualcosa non va: ma in questo assurdo contesto perfino la morte e il dolore sono annullati. Andreas, sorta di personaggio kafkiano del ventunesimo secolo, è sostanzialmente morto in vita. Bene anche il resto del cast, con parti riservate anche a Per Schaanning, Petronella Barker, Birgitte Larsen e Johannes Joner; ritmo ben assestato e finale irrisolto dal quale, bisogna constatarlo, ci si poteva anche attendere qualcosina di più. Presentato in vari festival attorno al mondo, The bothersome man ha riscosso vari premi, fra i quali anche uno minore a Cannes. Lien tornerà sul grande schermo cinque anni più tardi, con Sons of Norway (2011). 6,5/10.
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