Regia di Joseph H. Lewis vedi scheda film
Bellissimo poliziesco o noir, compatto e serrato, con una solida tensione che non molla fino alla fine. L'ambientazione scura e nebbiosa è molto suggestiva, specialmente nelle sequenze finali. I dialoghi sono densi e in certe scene molto veloci (spesso quando parla il boss). I personaggi sono ben definiti, con autentiche e indovinate caratteristiche umane, specie nel caso delle donne. Da notare è come tutte e due, moglie e amante del gangster, si rifiutino di vedere la vera natura crudele e malvagia del loro uomo finché il poliziotto non gliela sbatte davanti agli occhi in tutta la sua evidenza. La moglie, che lui ha fatto rinchiudere in una specie di manicomio di lusso, giunge a rispondere alle insistenze della polizia "Vi aiuterò, ma non vorrei farlo". Il Mereghetti parla dell'invidia del protagonsita (un grande Cornel Wilde) che sarebbe il vero motore della caccia che dà al grande criminale. Io, guardando il film, non ne ho visto neppure l'ombra. Ho ravvisato semmai un'ostinazione che trae origine da un senso di giustizia, forse eccessivo ed estremo, il quale - questo sì - porta la singolartenzone tra poliziotto e delinquente su un piano personale e non più solo professionale.
Richard Conte ha interpretato altre volte, con buoni risultati, il ruolo del gangster. Qui il suo personaggio è una persona senza cuore, spietata e cinica, ritratto comunque verosimile di un uomo che mette denaro e potere al di sopra di tutto.
In originale la voce di Jeane Wallace è dolce e suadente come solo quella di Veronica Lake.
Secondo me è un ottimo noir, superiore forse all'altro film famoso del regista, cioè "La sanguinaria".
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