Regia di Alfredo Fiorillo vedi scheda film
Francesco, un giovane padre, benestante ma recentemente colpito da una perdita, va ad abitare con la figlia nella vecchia villa di famiglia, una lugubre magione sulle rive del Lago d'Iseo. Oltre alla discreta servitù, ad un piano alto dell'edificio vive una persona di sesso femminile costretta a letto dalla necessità di poter respirare solo tramite macchinari, il cui rumore ritmato si ode in ogni punto della villa. Cosa sia successo, e quale ruolo abbiano i personaggi, tutti enigmatici, tranne la bella Marta, la quale, rivisto Francesco dopo tanti anni, se ne innamora. In particolare, Giulio, il factotum della villa, stabilisce un particolare rapporto di complicità con la figlia di Francesco, Elisa, bambina inquietante e misteriosa. In un crescendo di tensione, alimentata da tutti i clichès del genere, la verità sulle vicende del passato viene svelata, e lo spettatore ottiene indizi che definiscono la natura dei personaggi. Molti di essi, infatti, sembrano non esistere, ma essere "evocati" dalla mente dello sconvolto protagonista, che apprendiamo divorato dal dolore e da sensi di colpa, e non più in grado d'intendere e di volere. Chiarito - almeno, secondo la mia interpretazione - questo aspetto, non rimane che Francesco l'unico possibile responsabile delle violenze commesse all'interno ed all'esterno della villa. La conclusione, così interpretata, "chiude il cerchio", e dà soddisfazione allo spettatore; ma prima di arrivare ad essa, ciò che è mostrato, soprattutto nella seconda parte del film, è assai "nebuloso", e ciò può compromettere attenzione ed interesse, nonostante la forte tensione. Sequenze oniriche, apparizioni, location belle ma desolate, colpi di scena, un sapiente uso del comparto sonoro, la sorreggono per l'intera durata del film. Di buon livello la recitazione; quello della bambina è un personaggio talmente inquietante da lasciar immaginare sin da subito allo spettatore che esista solo su un livello "ultraterreno" - fantasma, o frutto dell'immaginazione del protagonista. Bravo altresì Alessio Boni, nel ruolo di una persona che tenta di lasciarsi alle spalle una terribile disgrazia, senza successo perchè il lato irrazionale della psiche finisce per prevalere su quello razionale. Belle - ma non varie, per esigenze di regìa - le ambientazioni, consistenti in una villa stile liberty luminosa ma inquietante, nei suoi vuoti popolati da presenze misteriose, e i suoi dintorni. Discreto, ma intelligente e funzionale alla trama, il sonoro. Interessante, a questo proposito, l'idea di rendere onnipresente il rumore del respiratore artificiale, che contribuisce alla definizione di un'atmosfera inquieta e malata. Discreto thriller, coerente nella trama, ma a tratti oscuro e di difficile comprensione.
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